Cronache

Le gang di latinos colpiscono ancora a Milano

Arrestati quattro membri di una gang salvadoregna che lo scorso giugno aggredirono un minorenne fuori di una discoteca

Le gang di latinos colpiscono ancora a Milano

Arrestati a Milano quattro soggetti latino-americani con l’accusa di tentato omicidio. Secondo quanto dichiarato dagli investigatori, l’episodio sarebbe legato allo scontro tra gang salvadoregne per il controllo del territorio. Il fatto risale allo scorso giugno ed ha avuto luogo di notte nei pressi della discoteca "El Besito". La vittima della violenta aggressione è un ragazzo minorenne di nazionalità salvadoregna.

Da quanto emerso, i quattro farebbero parte della gang MS13-Mara Salvatrucha che da tempo si contende il territorio milanese con la Barrio 18 e con alcune altre gang di latinos.

Questa mattina, il personale della Squadra Mobile di Milano ha dato così esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. su richiesta della Procura a carico dei quattro, ritenuti responsabili, oltre che di tentato omicidio, anche di rissa aggravata.

La faida tra MS13 e Mara 18 a Milano lasciò il primo indelebile segno il 13 luglio 2008 quando una partita di calcio tra salvadoregni giocata presso il centro sportivo “Forza e Coraggio” di via Gallura degenerò in scontro tra gang con tanto di cinghiate e un colpo di machete per cavare un occhio a Ricardo Antonio Gomez Guzman, 24 anni, raggiunto in via Pezzotti e ridotto in fin di vita. In seguito vennero arrestati quattro mareros della MS13. Un fatto che sconvolse la vasta comunità salvadoregna a Milano.

Nell’ottobre del 2013 l’operazione denominata “Mareros” portava all’esecuzione di 24 provvedimenti nei confronti di membri della MS13 sparsi tra Milano, Brescia, Cremona, Novara, Pavia e Monza, tutti accusati di associazione per delinquere, rapina, porto illegale di armi da taglio e corpi contundenti, lesioni personali aggravate e aggressioni nei confronti di esponenti delle bande rivali.

L’11 giugno 2015 presso la stazione milanese di Villapizzone il controllore di Trenord, Carlo Di Napoli, veniva aggredito a colpi di machete da tre membri della MS13 sprovvisti di biglietto, rischiando l’amputazione del braccio mentre il suo collega veniva ricoverato in ospedale con un trauma cranico. Agli arresti finivano Jose Ernesto Rosa Martinez, Alexis Ernesto Garcias Rojas (entrambi salvadoregni) e Jahir Jackson Trivino Lopez “Peligro” (ecuadoregno).

Nel settembre 2015, veniva invece sgominato lo “stato maggiore” della Mara 18 surenos, gang rivale della MS13. Il suo “palabrero” (capo) era Denis Josue Hernandez Cabrera “el Gato”, già accusato di stupro a Milano e detenuto dal 2004 al 2013 nel Settore 1 della prigione di Izalco, in El Salvador.

Nel luglio del 2016 la MS13 colpiva ancora a Milano, in Porta Lodovica, quando un gruppo di mareros uccideva a pugnalate un ragazzo albanese di diciotto anni, Albert Dreni; un’aggressione priva di alcun motivo visto che Albert non faceva parte di nessuna gang e non conosceva gli assassini.

Nel dicembre del 2017 i carabinieri della Compagnia di Cantù arrestavano Luis Alonso Rodriguez Hernandez, salvadoregno di 33 anni originario della zona di Zacateoluca nonché membro della MS13. Il “marero” era nascosto in un’abitazione di via Garibaldi a Bregnano, un paesino in provincia di Como. Hernandez era ricercato per associazione a delinquere e affiliazione alla pandilla e figurava nella lista dei ricercati dall’Interpol. L’operazione avveniva in collaborazione con gli USA; la United States Immigration and Customs Enforcement (ICE), che si occupa del controllo sulla sicurezza delle frontiere, aveva segnalato la presenza di Rodriguez Hernandez al Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia/Criminalpol (SCIP) e si era quindi potuto procedere all’individuazione e all'arresto del latitante che veniva poi trasferito presso il carcere di Como in attesa delle procedure di estradizione.

Fatto curioso emerso invece lo scorso luglio e già illustrato dal Giornale, il leader della MS13, Josuè Isaac Gerardo Flores Soto "Kamikaze", arrestato nell'ottobre del 2013 durante l'operazione "Mareros" e ora libero, sarebbe in attesa di un asilo umanitario, come riferito anche da egli stesso su un gruppo Facebook di salvadoregni residenti in Italia dove risponde alla domanda di una ragazza sulle differenze tra asilo politico e umanitario: “Si, è vero, sono due cose differenti con poche cose che cambiano; io l’ho chiesto umanitario ma in verità non so cosa cambia”.

Ben note agli inquirenti sono le sue intercettazioni dove cerca di enfatizzare la propria cattiveria, come riportato all’epoca dal quotidiano “Il Giorno”: “Io ho ammazzato, ho ucciso. Gli altri (cioè le altre gang rivali) non hanno mai fatto un c...”. E ancora, in una conversazione telefonica Kamikaze minacciava una sua conoscente “colpevole” di essersi lamentata per il trattamento subito da suo cugino: “A.R.C: 'Ehi Josuè ho appena visto Alex. È di nuovo stato picchiato, sono già tre volte, mi hai rotto lo giuro'. Kamikaze: 'Dimmi cosa c..vuoi da me'. A.R.C: 'Ti mando la polizia'. Kamikaze: 'Stai attenta perché io so essere bastardo. Io ho toccato mia moglie, credi che non sia capace di toccare un’altra persona? Ho toccato anche mia sorella, anzi ho bucato mia sorella, credi che non bucherò anche un’altra persona? Ti dico solo: non farmi arrabbiare. Tu che mi minacci di mandarmi la polizia è una cosa che non mi piace. Io non voglio mettermi contro di te, perché tu per me sei una donna divina, allora ti dico: non esagerare perché io so essere bastardo con la madre di mio figlio, come vuoi che non lo sia con un’altra?”.

La MS13 è considerata oggi la gang più pericolosa al mondo, con "clicas" in tre continenti, tanto che gli Stati Uniti hanno dato il via a numerose deportazioni di mareros in seguito a una serie di recenti e agghiaccianti omicidi che hanno scosso la costa est degli Usa. Vale inoltre la pena ricordare che la Lombardia ha la più grande comunità salvadoregna fuori dalle Americhe e la presenza di membri delle gang sul territorio diventa un problema anche per tutti quei cittadini salvadoregni onesti che vengono in Italia nella speranza di lasciarsi questo tipo di problema alle spalle.

Non a caso alla festa d'Indipendenza di El Salvador che si svolge ogni anno a Milano, viene segnalata la presenza, non gradita, di membri delle gangs.

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