Gardella, l’architetto che ha cambiato il cuore di Genova

La mostra che si inaugura oggi nel Sottoporticato di Palazzo Ducale ripercorre il lavoro di ricostruzione del dopoguerra

Gardella, l’architetto che ha cambiato il cuore di Genova

Fabrizio Graffione

Costruire la modernità attraverso la continuità. L'espressione di questa filosofia dell'architettura nella ricostruzione del dopoguerra è Ignazio Gardella, milanese, classe 1905, scomparso nel 1999, al quale viene dedicata un'importante mostra tematica nel sottoporticato di Palazzo Ducale a Genova. L'esposizione si apre oggi e si conclude il prossimo 30 gennaio.
Dalla famosa Casa Borsalino di Alessandria progettata nel 1950 alla Casa alle Zattere di Venezia del 1953, al palazzo di Giustizia della Spezia del 1963, al Teatro Carlo Felice del 1981 e alla sede di Architettura a Genova del 1975. Sono tra le opere significative del professionista italiano, architetto e ingegnere, che sono dettagliatamente elencate con scritti e fotografie e disegni a disposizione del pubblico e curati da colleghi giovani e anziani e dagli atenei di Genova, Torino e Milano. Insieme a quella di Gardella, infatti, si sono organizzate negli altri capoluoghi del triangolo del nord ovest, altrettante mostre dedicate agli altri grandi protagonisti dell'architettura italiana, Carlo Molino e Franco Albini.
Le sezioni della mostra genovese sono state affidate a differenti curatori. La prima riguarda Gardella prima di Gardella, le tracce per una genealogia di architetti ingegneri tra Genova, Alessandria, e Milano. Nell'autunno 1835 l'ingegnere civile e idraulico Gardella tracciava i disegni del lungo porticato di 74 archi destinato per poco meno di quaranta anni a collegare il bacino della darsena alla Dogana del porto genovese.
La seconda riguarda Alessandria come tappa ricorrente nel percorso evolutivo dell'architettura di Ignazio Gardella. Dall'introduzione del mattone faccia a vista alla rcioncettualizzazione del palazzo di città che consente all'architetto milanese di risolvere nella Casa Borsalino l'affaccio su strada dell'isolato urbano attraverso la riscrittura della tipologia residenziale in serie.
La terza è dedicata alla Casa di Colombo, progetto del 1955, e all'Università di Architettura del 1975. La centralità dell'apporto di Gardella a Genova deve essere conosciuta attraverso una rivisitazione del clima culturale della nostra città negli anni Cinquanta e Sessanta. Caterina Marcenaro, direttore dell'ufficio genovese delle Belle Arti, chiamò a lavorare nel capoluogo ligure Gardella e Albini per i progetti ambiziosi e significativi come quelli nelle zone di Porta Soprana e di San Silvestro e San Donato, che lasciarono un'impronta nel tessuto urbano genovese.
La quarta è la descrizione dell'approfondimento dei lavori a Milano con la Torre in piazza del Duomo del 1934, la Casa al parco del 1947, il palazzo degli uffici tecnici Alfa Romeo del 1968. C'è nell'esposizione un parallelo di cultura architettonica fra Gardella e le opere di altri maestri della sua generazione come Albini, Asnago, e Vender, i BBPR, Bottoni, Carlo De Carli, Figini e Pollini.
La quinta è dedicata alla Casa alle Zattere di Venezia del 1953. La prima opera è analoga a quella della Casa del parco di Milano, ma, a Venezia, Gardella si incontra con la luce riflessa nell'acqua, il cromatismo dei materiali, l'ornamento dei dettagli, l'orizzonte urbano interno veneziano. Il tema è la facciata. L'ornamento, in quanto materia, la pietra e il coccio pesto, colore, paradosso statico, che esalta il mestiere dell'architettura italiana. Quella del limite, che a Venezia partecipa di veri e propri interni urbani, La Scuola, che è il cosmo in cui Gardella si confronta con Scarpa, Zevi, Samonà, sono gli altri temi della sezione.
La sesta riguarda Vicenza e il Nuovo Teatro Civico del 1969. Si tratta di un progetto firmato da Gardella ma non realizzato per alterne vicende e tuttavia uno dei migliori, belli e intensi dell'architetto milanese che mostra la sua singolare capacità di rinnovarsi e proporre nuove direzioni di ricerca culturale. Lo si può idealmente contrapporre alla Casa delle Zattere, alla quale nella mostra a Palazzo Ducale viene visivamente confrontato con disegni e fotografie.
L'esposizione nel Sottoporticato di Palazzo Ducale è aperta da martedì a domenica dalle 9 alle 19. Il costo del biglietto è di 7 euro, 5 euro ridotto, 3 euro le scuole.

I promotori sono la regione Liguria, il comune di genova, Palazzo Ducale, università di Architettura, Diparc, Csac. Sul sito www.mostragardella.unige.it si possono trovare altre informazioni sulle opere del famoso architetto milanese.

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