da Roma
«Ma chi è, ma chi è?», chiede un poliziotto al collega, mentre la folla ondeggia su per via della Mercede, strada solitamente rumorosa e battuta da ogni sorta di urbaniota indaffarato, ma il delirio non aveva volto, né nome. A un passo dal Palazzo, poteva trattarsi di qualche pezzo grosso, con la scorta a intasare una viabilità già sofferta di suo. Ma quelle ragazzine colorate, stipate come sardine proprio di fronte alla facciata piacevolmente demodée della Sala Umberto, non potevano trarre in inganno: era senzaltro di scena qualche virile bellezza importante. Qualcuno come Scamarcio, lultimo idolo delle masse giovani? Di più: qualcuno come Gabriel Garko, in corpo fisico palestrato e seducente, arrembato a metà mattina come un galeone pieno dogni ben di Dio. Ma lui, il tenebroso dalle labbra che grondano peccato, scortato dal decano dei press-agent, quellEnrico Lucherini scaltrito dagli anni (ma sempre fresco quando si tratta di lanciare nuovi dei) entrava a passo di carica nel salone ottocentesco.
Ad aspettare il sex-symbol cinetelevisivo, oltre le impazzite femmine di Roma, cera Salvatore Samperi, già regista di culto negli Anni Sessanta (chi non conosce Grazie, zia?) e adesso, da artista maturo e consapevole delle sue scelte, pronto a girare una nuova fiction, Il sangue e la rosa: quattro puntate per Canale 5, primo ciak a giugno, messa in onda invernale. A produrre tale feuilleton, che già nel titolo promette dinsinuare il caldo nei cuori dei telespettatori, ormai stufi del reality dordinanza e dei toni concitati da prima serata, penseranno Patrizia Marrocco e Alberto Tarallo, producer con qualche freccia nella faretra (da Lonore e il rispetto a Donne sbagliate). Con sapiente strategia contemporanea, tutte quelle bamboline addosso allirresistibile Garko, strizzate nelle magliette ridotte, illanguidite dal trucco intenso di scena, le aveva convogliate nella Città Eterna il settimanale Tv Sorrisi e canzoni. Verso un casting, volto a stabilire quale, delle trenta fanciulle selezionate, sarà Isabella, erigenda protagonista della fiction. Un sogno per giovani fanciulle che osannano il loro idolo Garko.
«Il nome della prescelta? Lo sapremo dopo Pasqua», promette Patrizia Marrocco della Janus International, anticipando che non disdegnerebbe la ventiduenne Chiara Mastalli, graziosa faccia nota dopo i film Notte prima degli esami e Tre metri sopra il cielo. «Per me, Isabella, donna libera e affascinante, è proprio lei. Ma prima occorre sentire il parere degli altri produttori e del regista», mette le mani avanti, con fair-play.
Ancora un po stordito dallafflusso oceanico delle aspiranti attrici (2.500 le e-mail pervenute allufficio casting e 600 le lettere), Enrico Lucherini commenta: «Non vedevo una partecipazione così tumultuosa dai tempi della selezione per Non è la Rai e credo siano passati quasi trentanni! E guai a chiamare queste ragazze veline, oppure vallette: si offendono a morte e ti mollano un ceffone». E, per la verità, già il colloquio di selezione tra le belle e il tandem Garko-Samperi meritava un film a parte. Provenienti da ogni parte dItalia, quasi tutte provviste di laurea, o titolo equivalente, ventanni o giù di lì, le ragazze sottoposte alla prima selezione hanno dato prova di ferrea determinazione, rispondendo senza imbarazzo a domande anche malandrine.
Lontani i tempi di Bellissima, con mamma Anna Magnani a inventarsi qualità inesistenti, pur di mandare avanti la propria figlia bruttarella, alla Sala Umberto si è come materializzato un modo nuovo di vagliare tono fisico e bravura, mettendo in campo sinergie diverse. Per quanto riguarda gli interpreti maschili de Il sangue e la rosa, intrigante storia damore e davventura, ambientata nella Roma dellOttocento, tra i vicoli della città vecchia e le piazze popolate dalle villanelle in costume, bocche cucite a refe doppia. A parte Gabriel Garko, calato nel ruolo del protagonista Rocco, macho romantico di cappa e spada, il riserbo è assoluto.
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