Garri o Datome, è sempre l’Italia dei dubbi

da Alicante

Il vento del mare di Alacante, l’aria umida della costa Blanca, il rumore dolciastro delle vacanze che vanno bene solo agli altri, a quelli che camminano sul marmo rosso davanti all’albergo dove l’Italia del basket guarda verso l'orizzonte perché,forse, ha paura di guardarsi negli occhi. Ieri, nell’ultimo allenamento, mentre Bulleri, Basile, Mancinelli prendevano piccoli colpi che in un momento come questo sembrano durissimi, il ct Carlo Recalcati cercava di capire se Luca Garri è pronto a fare il 12° uomo, escludendo così Datome, anche se tutti sanno che, se ci fosse certezza di avere Bargnani integro fino alla fine, sarebbe il ragazzo prestato da Siena a Scafatti ad entrare in gruppo che tenta di uscire dalla sabbia, ma resta gamberetto pronto per la padella. Oggi ci sarà la rifinitura, però il vero lavoro da fare è quello sulla testa di giocatori che ieri, incrociando i fratelli Lorbek, uomini della Slovenia che sarà domani sera la prima avversaria a dirci come stanno davvero le cose, non avevano certo lo sguardo fiero. Sono fatti così, non si guardano tanto in giro, telefonini per parlare con le famiglie, con gli amici, ma è qui che devono trovare i veri fratelli di maglia. Operazione sfaldata dai troppi infortuni, il castello di carte è caduto sull'infortunio di Gallinari, dopo quello gravissimo del Rocca che si era presentato al raduno portandosi dietro una scivolata sul cemento di un campetto americano.

Ci si fidava di Galanda, capitano, veterano, medaglie, scudetti, cose vere da mostrare anche ai talenti Nba, ma pure lui è fuori gioco per una frattura al mignolo della mano destra. Gli ottimisti giurano che col cibo povero cammineremo ancora, ma non è più quel tempo. Questi non hanno fame. Almeno così sembra.

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