Garrone: «Ci hanno scippato il terzo posto»

Garrone: «Ci hanno scippato il terzo posto»

(...) a tante squadre e a molte big.
La macelleria e i torti arbitrali
Il primo acuto dell’«era Garrone -parte seconda» è riservato al Genoa e al derby d’andata: «Dopo quella partita mi sarei aspettato che il Genoa cambiasse la sua denominazione in Preziosi, Rosetti &C. premiata macelleria» un assolo che arriva a mesi di distanza da quella gara che vide la Sampdoria sonoramente sconfitta e che sa più di uno sfottò da tifoso piuttosto che di una presa di posizione da mero uno della società.
Ma la battuta è fatta e serve per introdurre un altro tema che lo ha visto appassionarsi durante il campionato: i torti arbitrali che la Sampdoria ha subito. Un rapido elenco nei quali spiccano le due partire con il Parma e la gara di Roma contro la Lazio: «Ci mancano almeno cinque punti - tuona il presidente - e con quelli saremmo terzi e ci affacceremo direttamente al girone della Champions. La nostra presenza nell’alta classifica ha spaventato il Palazzo. Marotta diceva che sono gli arbitri che sono scarsi, ma io pretendo più attenzione dalla Federazione». C’è tempo anche per registrare il rigore del Palermo a Bergamo: «Mi ha chiamato Marco Lanna che ha commentato la partita per dirmi che un rigore del genere non lo ha mai visto dare. Per fortuna abbiamo battuto il Napoli e non dobbiamo perderci in altre polemiche».
La «nuova» calciopoli
Era la vigilia del mondiale 2006 quando scoppiò Calciopoli che vide penalizzata anche la Samp di Garrone. A distanza di quattro anni ci sarebbero altre undici partite sotto inchiesta che fanno scuotere il capo al massimo dirigente doriano: «Non è una nuova calciopoli ma sarebbe lo stesso sistema che prosegue: un po’ come è per tangentopoli - prosegue -. Possibile che il calcio, attività di straordinario ruolo sociale, sia così profondamente turbato da episodi del genere?». Garrone ha spesso fatto il bastian contrario sulle scelte della Lega Calcio, sulla gestione del mondo del pallone che favorisce troppo le grandi squadre a discapito di tutte le altre e avverte: «C’è il rischio che a luglio molte società di A e B portino i libri in tribunale e il calcio chiuda per bancarotta».
La Samp di domani
Domani sarà il giorno dei nuovi dirigenti. Sergio Gasparin ha lasciato ieri l’Udinese ed è già al lavoro nel ruolo di direttore generale per costruire il nuovo assetto societario. «Conosco Gasparin come manager, lo indicai nel ruolo di direttore generale per la Lega Calcio. Ho grande stima professionale di lui - puntualizza Garrone -. L’ho cercato appena ho compreso che Marotta non sarebbe rimasto». Insieme al dg collaborerà con la mansione di direttore sportivo Doriano Tosi: «Fu la mia prima scelta quando presi la Sampdoria. Poi la moglie gli chiese di non lasciare Modena e lui rinunciò, così andai su Marotta».
Sempre domani è previsto il primo vertice tra il presidente, il figlio Edoardo, i due dirigenti e Giovanni Mondini per scegliere il nuovo tecnico: saranno valutati quattro curricula ma è sempre più chiaro che la scelta sia ristretta tra Di Carlo e Mihajlovic. Per quanto riguarda il mercato il patron della Erg è stato chiaro. Non ci sarà nessuna smobilitazione e la squadra sarà attrezzata per gli obiettivi per i quali compete: «Lo abbiamo già detto e lo ribadisco: questo non è un supermercato. Se volete parlare di supermercati rivolgetevi al presidente del Palermo. Non smantelliamo niente, i capisaldi non si toccano».
Il mercato della Sampdoria si dividerà in due fasi, la prima finirà entro il ritiro di Moena, la seconda partirà dopo il preliminare di Champions in caso di qualificazione al girone: «I tifosi stiano tranquilli ci attrezzeremo a dovere perché la squadra non rischi scivoloni verso la serie B, cercheremo di restare lassù». Su Marotta un unica battuta velenosa: «Sapevo che erano gli allenatori a portarsi dietro lo staff tecnico, non i dirigenti» con riferimento agli uomini che seguiranno il manager nell’esperienza juventina.
Genova e lo stadio
Per la Sampdoria ieri è arrivato anche un premio dalla Regione Liguria consegnato al presidente e ad alcuni giocatori dal governatore Claudio Burlando. Si tratta di una serigrafia di Emanuele Luzzati raffigurante il «Baciccia» blucerchiato. L’aspetto istituzionale ha fatto scivolare il discorso anche sul tema del nuovo stadio: «Genova è la città dove le lotte intestine tra famiglie già nel medioevo erano dovute alla scarsità del territorio - ricorda -.

Torno a ribadire che l’unico spazio dove possa essere realizzato un nuovo impianto è quello vicino all’aeroporto anche se il presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo poi si offenderà per quello che dico. Al momento opportuno smonteremo la relazione dell’Enac».

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