(...) col calcioscandalo, che la procura di Napoli ha preso un granchio. È una gran bella fortuna poter aver il diritto del dubbio (la certezza della ragione, aggiungerei) senza essere preso per un rivoluzionario antidemocratico. Se io, e credo molti altri come me, non abbiamo avuto questa fortuna, non è giusto augurarsi che il privilegio venga tolto ad altri. Il garantismo non è una cosa che viaggia a corrente alternata. Riccardo Garrone è innocente fino a prova contraria. E per prova va intesa una sentenza di secondo grado, non sportiva, passata in giudicato. Oggi Garrone è esattamente innocente come lo è (non come lo era un anno fa, ma come lo è tuttora) Preziosi.
Perché Preziosi aveva il diritto di vedere la sua teoria difensiva verificata durante il processo e non considerata una favola. Specie se un anno dopo si scopre che la favola ancora più grossa era quella dellassociazione a delinquere alla quale non hanno creduto neppure i pm che lavevano scritta. E se è vero che nel caso del Genoa cerano intercettazioni che per la Samp non ci sono, è anche vero che un anno fa non cerano testimoni a confermare la combine. Sono ancor più garantista oggi, perché dopo aver visto condannare il Genoa e ignorare lo scandalo dei bigliettini, ho avuto la fortuna di dare il via allinchiesta (giornalistica) che oggi ha fatto finire sul registro degli indagati il presidente della Caf, e su tutti i giornali la notizia che il Genoa ha subito un processo farsa.
Ecco perché oggi non mi ride più in faccia nessuno se, senza pretendere di dare lezioni di stile, ho finalmente il diritto di chiedermi come mai, visto che le prove contro il Genoa erano così schiaccianti, è stato necessario un processo fasullo per condannarlo. Ecco, già che siamo allanno zero del calcio, già che sono stati nominati i saggi, i probiviri che devono riscrivere le regole, ci sarebbe loccasione per rendere credibile la giustizia sportiva. Garrone, che è un probo viro, ha sperimentato sulla sua pelle quanto poco basti a essere considerato un compratore di partite.
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