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Gas, firmato l'accordo tra Russia e Ucraina. A Kiev mediatori al lavoro

Scajola: "Garantiremo l'energia alle famiglie e alle imprese italiane". Incontri tra i numeri uno di Gazprom e Naftogaz. Vicini all'intesa salta tutto, poi Putin chiama Berlusconi e la situazione si sblocca

Gas, firmato l'accordo tra Russia e Ucraina. A Kiev mediatori al lavoro

Bruxelles - L’Europa non riceve più il metano dai gasdotti ucraini. Mosca e Kiev continuano a rimpallarsi la colpa di quel blocco. E l’Unione europea, tramite il presidente della Commissione Josè Barroso, alza il tono e intima ai due paesi di "riprendere immediatamente" le forniture di gas russo ai clienti europei. "È una crisi difficile ma passeremo l’inverno, riusciremo a garantire gas ed energia a famiglie ed imprese", ha assicurato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Intanto i mediatori Ue si preparano a partire: domani saranno in Ucraina. "Il nostro accordo con l’Unione europea è che quando gli osservatori arriveranno in Ucraina e avranno accesso ai siti interessati - spiega il numero uno di Gazprom, Aleksei Miller - noi riprenderemo immediatamente le forniture di gas verso l’Europa, al cento per cento".

Il braccio di ferro tra Kiev e Mosca Da Kiev, il presidente Viktor Iushenko invita il collega russo Dmitri Medvedev a riaprire i negoziati, e il capo dell’ente energetico Naftogaz Ukraini,Oleg Dubina, annuncia che sarà domani a Mosca per nuove trattative: ma il numero due di Gazprom, Aleksandr Medvedev, è scettico sulla reale volontà di dialogo ucraina. "Saremo impegnati in colloqui a Bruxelles. Non si va a trovare la gente quando si sa che non è in casa", ha detto in una conferenza stampa telefonica, ribadendo comunque la piena disponibilità di Gazprom a trattare "anche da subito". Medvedev ha rivelato che tra le offerte di Gazprom prima della rottura del 31 dicembre c’era anche quella di pagare in anticipo 3 miliardi di dollari del transito: "Non certo noccioline in tempi di crisi finanziaria. Ma la delegazione mandata a Mosca non sembrava voler davvero negoziare nè avere il potere di concludere l’accordo". Quanto allo stop, che oggi ha interessato tutti i paesi che ricevono il gas dai tubi ucraini (l’80% dell’export russo in Europa passa di lì), Italia compresa, per Kiev è dovuto al fatto che Mosca ha smesso di pompare gas nei suoi condotti. La Russia smentisce: il gas è stato immesso fino alle 18,30 ora di Mosca (le 16,30 italiane), solo poi è arrivato l’ordine di sospendere, perchè si è constatato che nulla arrivava a destinazione. Questo, perchè l’Ucraina aveva chiuso tutte le sue stazioni di pompaggio. Non c’è senso, ha detto il premier Vladimir Putin, a continuare in rifornimenti, che comunque non possono arrivare ai clienti europei.

La posizione di Bruxelles La Commissione Ue vuole inviare una missione di esperti nei due paesi - Barroso afferma che c’è già l’avallo dei due premier - mentre gli uffici legali di Gazprom si preparano a un pesante lavoro: paesi come la Bulgaria hanno annunciato richieste di danni, e il loro contratto implica solo la parte russa, non il trasportatore ucraino. Gazprom accusa Kiev di voler tenere in ostaggio la Russia e l’intera Europa, e di aver violato le norme del diritto internazionale e la stessa Carta dell’energia sottoscritta dall’Ucraina: "L’unica spiegazione a questo comportamento - ha detto Dmitri Peskov, portavoce di Putin - è che voglia destabilizzare la sicurezza energetica europea. O far pagare a Gazprom la crisi internazionale che colpisce Kiev come Mosca, i paesi dell’Ue e il resto del mondo. E questo è inammissibile".

Incontri tra Gazprom e Naftogaz I numeri uno di Gazprom, Aleksei Miller, e di Naftogaz Ukraina, Oleh Dubyna, - secondo quanto si apprende da fonti del parlamento europeo - si sarebbero in questo momento appartati a colloquio, in attesa di incontrare il presidente dell’Europarlamento, Hans Gertpottering per uno scambio di vedute sugli sviluppi della crisi del gas. Il faccia a faccia si sta svolgendo all’undicesimo piano del palazzo dell’Europarlamento dove ci sono gli uffici del presidente. L’incontro, che non era in agenda, rilancia le speranze di una prossima soluzione alla disputa sul gas. Ma a fine giornata le speranze vanno in fumo. Il negoziato di Bruxelles con la partecipazione delle istituzioni europee è di fatto naufragato in serata, per il rifiuto da parte della Russia e di Gazprom di firmare l’intesa che prevede l’invio di osservatori Ue in Ucraina già da domani. Lo ha detto il commissario Ue all’energia, Andris Piebalgs. La condizione posta dai rappresentanti di Mosca - ha spiegato il commissario - è stata quella di prevedere anche osservatori russi in Ucraina. Cosa che Kiev ha respinto.

Putin: "Chiamerò Berlusconi" Il premier russo Vladimir Putin intendere discutere la situazione delle forniture di gas russo verso l’Europa con il capo della Commissione europea Manuel Barroso e il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi. Lo ha dichiarato lo stesso Putin alla stampa incontrata nella dacha di Novo Ogarevo. Allo stesso tempo, Putin, a fronte della crisi tra Mosca e Kiev, ha detto che l’Europa deve rendersi conto della situazione e prendere provvedimenti per garantire la continuità del transito energetico per i consumatori europei. Il premier russo ha rilevato in particolare che egli si attende di discutere con Barroso la proposta del cancelliere tedesco Angela Merkel di istituire uno speciale meccanismo di controllo per il transito di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina. Putin ha puntato il dito contro funzionari dell’Unione europea che, ha detto, hanno rifiutato di firmare il protocollo relativo alla creazione di un tale meccanismo. "In due ore, poteva essere tutto risolto" ha detto Putin.

L'intesa A notte, ormai, il primo ministro ceco Topolanek e il suo omologo russo Putin hanno raggiunto un accordo sull’invio di osservatori europei in Ucraina a partire da oggi. Lo ha annunciato un portavoce della presidenza ceca dell’Ue. Topolanek, presidente di turno dell’Unione europea, ha annunciato in un comunicato a Praga di avere ottenuto l’accordo del premier russo sull’invio di osservatori per il monitoraggio del flusso del gas. Il dispiegamento di osservatori, ha annunciato Topolanek in un comunicato, avverrà "dovunque questo è necessario.

Questo invio dovrebbe portare al ripristino delle forniture russe di gas verso i paesi europei".

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