«Gas, meno rischi quest’inverno»

Eni-Enel: nascerebbe «un animale strano» Mentre Snam-Terna «ha una logica»

Paolo Giovanelli

da Milano

Nel prossimo inverno ci dovrebbero essere meno problemi sul fronte degli approvvigionamenti del gas rispetto allo scorso anno. Lo ha detto l'amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, al convegno Ambrosetti a Cernobbio. «Quest'anno ci sono alcuni fattori positivi» che lo scorso anno non c'erano, ha aggiunto. In particolare l'ad si riferiva al gasdotto con la Libia che quest'anno è a pieno regime «mentre l'anno scorso era in fase di crescita», «all'aumento degli stoccaggi con circa 600 milioni di metri cubi di gas sottoterra in più» e all'azione tempestiva del ministero dello Sviluppo economico che «è partito in tempo, addirittura a luglio» e consente «di agire per tempo se la situazione dovesse rivelarsi complessa». Inoltre Scaroni ha sottolineato la schiarita in corso sul fronte dell'Ucraina: «È una variabile al di fuori del nostro controllo ma mi sembra che russi e ucraini abbiano trovato un punto di incontro», ha spiegato. Per ciò che riguarda Eni, Scaroni ha aggiunto che il programma di investimenti prosegue secondo programma. Sul tema rigassificatori, invece ha affermato che «non basta il terminal ma ci vogliono anche le navi e i gas liquidi. Mi auguro che alle spalle di tutti questi progetti ci sia tutta la filiera produttiva».
Scaroni è poi tornato ad esprimere la sua perplessità sull’ipotesi di una fusione Eni-Enel: una società che li raggruppasse sarebbe «un animale strano. Va bene - ha proseguito - che siamo abituati al cane a sei zampe, ma questo animale sarebbe veramente strano. I mercati finanziari non lo capirebbero, né lo apprezzerebbero. La mia stella polare è la creazione di valore per i miei azionisti: fare un'operazione che gli investitori non capiscono non avrebbe senso».
Invece la fusione tra Terna e Snam Rete Gas «è un'operazione che personalmente non caldeggio ma che ha qualche significato logico, qualche senso che il mercato conosce» ha detto l’ad dell’Eni, ricordando che un'operazione simile «è stata fatta in Inghilterra circa tre anni e mezzo fa e ha generato una creazione di valore piuttosto importante a valle di questa fusione». Tuttavia, «per quanto riguarda il benessere dei consumatori, della sicurezza degli approvvigionamenti del nostro Paese e anche degli azionisti di Eni - ha aggiunto - la cosa migliore che possa capitare è che Snam resti all'interno di Eni».
Infine la questione del costo del greggio: «Lo scenario a medio e lungo termine, almeno stando alle previsioni, è per una discesa del prezzo del petrolio» che dovrebbe invertire finalmente il trend tenuto finora, ha sostenuto Scaroni, non senza aver prima precisato che «chiunque ha fatto previsioni su questo tema ha sempre sbagliato».

L'inversione di tendenza, secondo Scaroni, «dovrebbe essere dovuta ai massicci investimenti che ogni azienda del settore energetico sta facendo». La produzione di petrolio nel mondo dovrebbe aumentare di 5 milioni di barili al giorno.

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