Il mercato del gas deve aprirsi di più alla concorrenza, altrimenti con il prezzo del petrolio a questi livelli e il cambio euro-dollaro attuale le bollette non potranno che salire, già a partire dal prossimo primo luglio. Il presidente dellAutorità per lenergia, Alessandro Ortis, lancia lallarme tariffe e invita le istituzioni a fare di più per lapertura del mercato. A cominciare dalla revisione dei tetti antitrust. Con il nuovo metodo di calcolo previsto nel disegno di legge allesame del Parlamento, Eni avrebbe il 65% della quota di mercato contro lattuale 50% scarso. Una lettura che non convince il Cane a sei zampe: «Il decreto non è necessario e i tetti non servono più,» ribatte lamministratore delegato Paolo Scaroni. Per contribuire a ridurre leccessivo impatto del prezzo del petrolio sulla materia prima gas, lAutorità ha avviato un procedimento per riformulare i metodi di aggiornamento dei prezzi per i clienti finali dotati di minore potere contrattuali, metodi che tengono conto delle variazioni strutturali più recenti del mercato del gas. LAutorità da tempo reclama la separazione proprietaria della rete. Il decreto legislativo allesame delle Camere potrebbe allora portare qualche beneficio, a patto però di rivedere alcuni punti critici che rischiano di svuotare le stesse misure proposte.
LAutorità chiede tra laltro di aumentare stoccaggi e gas release (distribuzione), ma anche di estendere alle famiglie i benefici previsti per le imprese, visto che altrimenti i clienti civili sarebbero chiamati a contribuire con una quota fra 30 e 100 milioni lanno allincentivazione dei nuovi stoccaggi senza godere di vantaggi diretti.
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