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Gasperini, orfano di Milito, ci prova con il tridente che ha steso il Torino

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Gasp, l'Osvaldo e un'attesa lunga diciotto anni. Tanti ne sono passati dall'ultima volta che il Genoa ha vinto a Lecce (17 febbraio 1991). Fu anche l'unica in tutta la storia rossoblù. L'Eurogenoa di Bagnoli quel giorno centrò un'impresa rara quasi come un «Gronchi rosa»: 0-3 firmato da Eranio e da una doppietta di Skuhravy. E visto che Gasperini è considerato il degno erede del mago della Bovisa, spetterà a lui - oggi in panchina per la duecentesima volta tra i professionisti - sfatare un tabù che si trascina da più di tre lustri.
Per farlo, il tecnico di Grugliasco si affida nuovamente al trio che ha matato il Toro Sculli - Jankovic - Olivera. Il futuro di quest'ultimo si decide tra oggi (in campo) e domani (in sede) dove è atteso il suo procuratore. Rispetto alla gara coi granata, dall'undici iniziale esce Bocchetti squalificato, mentre Mimmo Criscito fa un passo indietro collocandosi sulla linea dei difensori con Ferrari, Biava e Rossi se contro le tre punte leccesi il Genoa si schiererà a quattro. Non a caso Gasperini ha inserito Marco Rossi tra i difensori nella lista dei diciannove convocati per Lecce. Ancora una volta il tecnico chiede aiuto alla Primavera precettando tre giovani rossoblù: il portiere Eugenio Lamanna (classe'89), Andrea Signorini del'90 e Stephan El Shaarawy (classe'92). E per gennaio la società sembra orientata ad acquistare un altro attaccante da mettere a disposizione di Luca Chiappino. Oltre a Milito restano a Genova Gasbarroni, Palladino, Roman e Potenza, appena rientrato in gruppo e in odore di cessione (Torino?). Sicuri di un posto in mezzo al campo Juric e Thiago Motta, per la terza maglia ballottaggio tra Mesto, Modesto e Milanetto, favorito sui primi due. Rubinho riprende le chiavi della porta dopo il turn - over con Scarpi in coppa Italia: «L'affaticamento muscolare è un ricordo: sono pronto a riprendere il mio posto», ha detto ieri il portiere brasiliano prima di salire sul charter con la squadra. Sono due gli avversari contro cui dovranno vedersela i rossoblù questo pomeriggio a Via del Mare: la statistica e la squadra di Beretta. Due ossi duri entrambi: a Lecce il Genoa ha giocato tredici partite di campionato (A e B) rimediando dieci sconfitte, due pareggi e la vittoria di cui si diceva. Ci sarebbe anche un successo in coppa Italia, ma conta poco. Non scherza neppure la formazione giallorossa rinfrancata dall'inatteso successo a Firenze, dopo un digiuno che si protraeva da troppo tempo: 28 settembre 2008 (2-0 contro il Cagliari). Tra le mura amiche il cammino del Lecce, che ieri ha perfezionato l'acquisto del centrocampista brasiliano Edinho dall'Internacional di Porto Alegre, fin qui non è stato esaltante: due vittorie, cinque pareggi e due sconfitte con Roma e Juve.
Ma Beppe Sculli non si fida: «Ci aspetta una partita di grande sacrificio contro una formazione che corre molte e ha ottime individualità come Giacomazzi, Castillo, Caserta e Tiribocchi». Il vice capocannoniere del Genoa con sei gol fa capire che non disprezzerebbe un pareggio a Via del Mare: «L'importante è muovere la classifica anche se noi scenderemo in campo per i tre punti. Questo turno nasconde delle insidie anche per le altre squadre che lottano per un piazzamento di prestigio.

Oltre a Fiorentina e Lazio, il Napoli che ci precede di un punto non ha una gara facile: il Chievo non molla e a Verona mi ha fatto una buona impressione». Arbitra un quasi esordiente: Riccardo Pinzani di Empoli alla quarta partita in serie A. Duecentocinquanta i genoani al seguito della squadra.

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