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Gattuso gladiatore, Dida gioca a pallavolo

5 DIDA. L’uomo del brivido: fa di tutto per dare una mano all’Inter. E aggiunge quel maledettissimo vizio di giocare a pallavolo, anche facendo il portiere. Urge andare a lezione da Velasco o Montali.
5,5 CAFU. Pronti via e mette il piedone sulla coscia di Stankovic: non proprio signorile. Poi comincia il suo volo radente nel lungo fascia. Con qualche pausa per rifiatare. Gli anni passano e ogni tanto si vede. Soprattutto dopo un anno in infermeria .
6,5 COSTACURTA (dal 28’ secondo tempo) Gioca anche lui sulla fascia gerovital, aggancia al volo due micidiali palloni e dimostra che la bravura non ha età.
6,5 NESTA. Vede Adriano e, per mezz’ora, sta peggio di Inzaghi a letto con la febbre a 38. A lungo andare il tremebondo pilone difensivo trova il cemento per sentirsi più solido. Ma sono faticacce.
8 KALADZE. Rischia un rigore scivolando davanti ad Adriano, poi diventa l’inesorabile guardiano dell’area milanista. Ercolino sempre in piedi, salvagente di tutti i momenti difficili. E quando va in gol, la Pasqua sua diventa davvero di resurrezione. Sembrava un centravanti vecchio stile.
5,5 MALDINI. Un disastro al primo incontro ravvicinato con Figo: sedere a terra, come un brocco qualsiasi. Talvolta dici: ecco questo è il vero Maldini. Talaltra sembra un vecchione arrugginito. Ma sulla fascia serve un po’ di birra in più.
6,5 GATTUSO. Per il riscaldamento entra in campo in testa a tutti con il piglio di chi dice: i leoni siamo noi. E non smentisce l’idea fino alla fine. Gladiatorio negli interventi e nel contrastare avversari rocciosi. Sempre a petto in fuori.
5 PIRLO. Cadaverico rappresentante dell’Italia dei valori azzurri. Galleggia a centrocampo come una barchetta in preda al mare grosso. Ogni tanto il Milan sembrava in dieci. Difficile pensarlo leader del centrocampo della nazionale.
SV VOGEL (dal 34’ st). Poca sostanza, serviva solo tener lontani gli interisti.
6,5 SEEDORF. Nel «movimiento» lento è imbattibile. Ma ogni tanto ci vorrebbe una scarica elettrica. Gioca con grande umiltà che non è proprio la virtù sua. Però infila due-tre palloni che possono decidere. E uno infatti ha deciso.
5,5 KAKÀ. Si trova addosso due mastini: non scappa, ma quanti graffi. Non ne esce a brandelli, ma non gioca la sua partita. Ogni tanto si perde come un giocatore per caso. Soprattutto non trova i cambi di passo che valgono tutto il suo talento.
5,5 SHEVCHENKO. Si può dare di più. Fatica a incidere. Trova sempre qualche paletto, cerca di trovar spazio in foreste di gambe e di uomini. Tende a spegnersi. Tira poco e male. Ma se non ci fosse stato Cordoba, avrebbe chiuso il derby in attivo.
SV RUI COSTA (dal 37’ st).

5 GILARDINO. Si è «inzaghizzato» al massimo: cade ad ogni sguardo avversario, si avvinghia alle maglie dei difensori e cerca il rigore a prescindere. Peccato, per il Milan, che non abbia la stessa mira di Superpippo. Nel primo tempo ha l’occasione che vale il gol, e forse la partita, e la spreca.
6 Allenatore ANCELOTTI. Vince il derby con il colpo dello stellone. Partita che poteva finire in parità e Milan che ha giocato con la marcia bassa.

Tanto basta per battere l’Inter, forse non il Barcellona.

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