da Parigi
«La mia decisione, risultato di vecchi dolori e di nuove prospettive, è meditata», dice il filosofo francese André Glucksmann nell'annunciare la sua presa di posizione in vista delle elezioni presidenziali della prossima primavera. Uno dei massimi intellettuali «storici» della sinistra transalpina ha sorprendentemente reso noto ieri che - nella battaglia tra Ségolène Royal e Nicolas Sarkozy - sosterrà il leader del centrodestra contro la candidata ufficiale del Partito socialista. Per lui non si tratta di un tradimento, ma al contrario di una dimostrazione di coerenza. La scelta del filosofo ha avuto l'effetto di un terremoto negli ambienti intellettuali parigini. I commenti sarcastici sono numerosi, come se la vecchia coscienza della gauche avesse venduto l'anima al diavolo. Ma altri vogliono saperne di più e si interessano da vicino alla scelta di un uomo abituato a remare controcorrente. Il ragionamento di André Glucksmann, espresso in un lungo articolo per il quotidiano Le Monde, è tutto teso a dimostrare che la modernità e il cambiamento stanno dalla parte di Nicolas Sarkozy, mentre Ségolène Royal sarebbe portatrice di «una sinistra ufficiale che si crede moralmente infallibile e mentalmente intoccabile», una «sinistra di professione addormentatasi sui propri allori». Ma va oltre: secondo il filosofo la sinistra «nel suo narcisismo si trova spiazzata quando Sarkozy si rivolge ai ribelli e agli oppressi».
Glucksmann, che compirà settant'anni il prossimo giugno, fa di tutto per evitare che il suo articolo abbia l'aria di un semplice sfogo. «Perderò degli amici», afferma con apparente rassegnazione. Ma la sua sensazione è quella che non si possa più esitare. Eccolo scrivere: «Mai, nel corso di una vita lunga e piena d'impegno, io ho sostenuto pubblicamente un candidato all'Eliseo, con la sola eccezione del secondo turno del 2002 (quando si trattava d'appoggiare Jacques Chirac contro l'estremista di destra Jean-Marie Le Pen, ndr). Figlio di ebrei austriaci, che combatterono i nazisti in Francia, io considero questo Paese come la mia scelta e la sinistra come la mia famiglia d'origine. È per lei che, da quarant'anni, io incrocio la spada contro le pietrificazioni ideologiche d'ogni sorta».
Solo che stavolta la spada dell'intellettuale (che fu considerato un tempo uno dei «nuovi» filosofi transalpini) si è messa al servizio di un personaggio che di sinistra certamente non è. «Perché ho scelto Nicolas Sarkozy», è il titolo dell'articolo di Glucksmann, pubblicato da Le Monde. Il famoso intellettuale confessa che avrebbe volentieri appoggiato in tutti i modi un'eventuale candidatura di Bernard Kouchner, il fondatore di «Medici senza frontiere», che è stato in seguito ministro in vari governi di sinistra e che ha preso una posizione comprensiva nei confronti dell'intervento occidentale in Irak (pur condannando drasticamente in seguito il modo in cui l'amministrazione Bush ha condotto quella guerra). Glucksmann dice d'essersi deciso a scommettere su «Sarko», pur non condividendo la totalità delle sue posizioni politiche. Secondo il settantenne filosofo, esiste una profonda differenza tra la destra incarnata da Nicolas Sarkozy e quella del primo ministro Dominique de Villepin, per il quale non mostra la minima simpatia. Nella linea liberale di Sarkozy c'è - a parere di Glucksmann - una dinamica di apertura all'Europa e al mondo che si contrappone, sempre secondo lui, al polveroso conservativismo della vecchia destra.
La clamorosa mossa di André Glucksmann apre all'improvviso un dibattito al vetriolo negli ambienti intellettuali francesi, tradizionalmente schierati a sinistra e questa volta divisi di fronte alla candidatura di Ségolène Royal. Ormai si tratta di vedere se l'atteggiamento di Glucksmann è isolato o se numerosi altri intellettuali francesi vedranno in Sarkozy l'esponente di una corrente «liberal», moderna, dinamica ed europeista.
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