Gazprom, tre mosse per conquistare l’elettricità italiana

da Milano

Eni, Enel e, forse, anche Edison. Dopo lo sbarco in Italia nel settore del gas, ora Gazprom vuole entrare anche nel settore della produzione di elettricità. E potrebbe farlo attraverso due e forse anche tre produttori italiani: «Con Gazprom stiamo ragionando su una lista di asset per una partecipazione di minoranza» ha detto ieri l’amministratore delegato Enel, Fulvio Conti. «È da molto che ne parliamo. Credo che sia nel loro interesse fare presto e bene: la palla è nel loro campo» ha aggiunto.
Ma il gruppo russo guarda «anche ad asset dell’energia elettrica dell’Eni», gli ha fatto eco da Mosca il numero uno di Gazprom Export, Alexander Medvedev, in uno scambio di battute con l’agenzia Apcom. E oggi l’ad Eni, Paolo Scaroni, sarà a Mosca per incontrare il numero uno di Gazprom, Alexey Miller. Sembra che sul tavolo ci sia proprio anche la questione Enipower.
Senza contare che anche Foro Buonaparte potrebbe entrare nel gioco dello scambio gas contro elettricità: «Gazprom sta negoziando un po’ con tutti - ha detto ieri l’ad Edison, Umberto Quadrino - anche con noi. Nulla di concreto al momento, ma spero che per fine anno ci siano delle novità».
I russi stanno così giocando su tre tavoli, sapendo di avere la carta vincente nel gas. E infatti, dicono i gruppi italiani interessati, non sembrano avere fretta. In cambio hanno ottenuto dall’Eni che entrasse a fare costose ricerche in Russia per un metano che dovrà comunque essere venduto a Gazprom, perché la società russa ha il monopolio in casa propria. E, naturalmente, stanno trattando anche per una presenza in Enipower. Situazione simile anche con l’Enel, che non solo è entrata assieme all’Eni nella società che farà le ricerche di idrocarburi, ma che sta proponendo al gruppo moscovita anche una partnership sui mercati dell’Est Europa. Edison, ammesso che le trattative vadano in porto, non ha nessun interesse a sviluppare giacimenti in Russia, ma può pur sempre offrire una partecipazioni nelle sue centrali.
Insomma, gli italiani offrono di diventare non solo più clienti, ma partner. Con un messaggio: all’apertura del mercato russo può corrispondere una contropartita su quello italiano. Per il momento la potenza delle centrali italiane messa a disposizione dei russi dovrebbe ammontare a non molte centinaia di megawatt, ma in impianti recenti e molto efficienti. Non a caso Quadrino ieri ha sottolineato che «finalmente i prezzi dell’energia nel nostro Paese sono più bassi rispetto al resto dell’Europa». A dire il vero, non è che il costo dell’elettricità sia sceso in Italia, ma «nel resto dell’Europa fa freddo e la capacità produttiva è corta, quindi il prezzo dell’energia si alza e in alcuni giorni siamo esportatori netti di energia elettrica, con una saldo positivo tra import ed export».


Ieri, infine, Gazprom ha firmato un contratto di fornitura solo «sperimentale» e della durata di un anno per 1,7 miliardi di metri cubi di gas con il consorzio di utility formato da Aem, Asm e Hera, riferisce il settimanale russo Expert, che conferma che il gruppo russo ha in corso colloqui anche «con altre società».

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