Gb, persi 25 milioni di dati personali. Bufera su Brown

Spariti due cd contenenti numeri di conti correnti bancari che potrebbero essere usati per frodi. Le banche temono l'assalto dei clienti preoccupati. Il premier si scusa

Gb, persi 25 milioni di dati 
personali. Bufera su Brown

Londra - Venticinque milioni di dati personali finiti nelle mani di chissà chi. Data di nascita, indirizzo, numero della tessera dell’assicurazione sociale, conto corrente bancario. Praticamente metà della popolazione britannica è ora a rischio di frode monetaria e d'identità a causa della più imponente perdita di dati mai verificatasi nell'ambito dei servizi della pubblica amministrazione.

L'ufficio delle tasse inglese è infatti riuscito a smarrire due dischi contenenti tutte le informazioni relative ai beneficiari dei sussidi per i figli che in Inghilterra sono numerosissimi dato che si tratta di un finanziamento governativo a cui tutti i genitori con figli al di sotto di 16 anni hanno diritto. Il suo ottenimento è praticamente automatico e non esiste limite di reddito per la richiesta.

I due dischetti erano stati inviati via corriere ad un ufficio londinese della Corte dei conti di Londra che li aveva richiesti, ma non sembrano essere mai giunti a destinazione. Intendiamoci: la perdita in sé non è grave dato che si trattava di copie, il problema è sapere in quali mani siano andate a finire.

Il governo ha subito messo le mani avanti affermando di non credere che i dati siano in possesso di malintenzionati, ma di certo la vicenda è gravissima sia per come si sono svolte le cose che per il ritardo con il quale sono state avvertite le autorità competenti. Tanto che il direttore dei Servizi fiscali di Sua Maestà, Paul Gray, ha rassegnato immediatamente le dimissioni e il Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling - già sotto pressione per il caso della banca Northern Rock - è dovuto correre in Parlamento per un annuncio urgente.

Ieri lo stesso Primo ministro Gordon Brown è stato costretto a scusarsi per lo smarrimento dei dati. «Non esistono giustificazioni per quello che è accaduto», ha dichiarato Brown nel corso di un'infuocata seduta parlamentare. Messo sulla graticola dall'opposizione infuriata, il primo ministro ha dovuto scusarsi ripetutamente per gli eventuali inconvenienti e per le preoccupazioni causate da tutta la vicenda ai cittadini assicurando che il governo farà il possibile per ritrovare le copie andate perse.

In questo momento le banche stanno già monitorando i 7 milioni e mezzo di conti correnti bancari i cui dettagli si trovavano sui dischetti smarriti e i dipendenti sono preparati a fronteggiare le schiere di clienti preoccupati che con molta probabilità affolleranno tutte le sedi bancarie del Paese.

Chi ancora più di Brown si trova ora sui carboni ardenti è proprio il ministro del Tesoro Darling che ha già dichiarato alla Bbc come la sua fiducia sia rimasta scossa da questo «catastrofico incidente». Anche se per ora ha negato che vi siano le prove di un'attività dolosa, certo è che la sequenza dei fatti è sconcertante, a partire dal ritardo con il quale le autorità sono state avvertite dell'accaduto.

I due dischi sono stati spediti tramite semplice corriere interno senza che la spedizione venisse registrata in alcun modo il 18 ottobre scorso, ma il direttore del fisco è stato messo al corrente della loro scomparsa appena l'8 novembre e il governo due giorni dopo. Quando l'impiegato che aveva effettuato la prima spedizione ha appreso della sparizione, ha fatto effettuare una seconda spedizione tramite la posta normale che è arrivata regolarmente a destinazione il 24 ottobre.
Ora, mentre la polizia sta affannosamente tentando di rintracciare le prime due copie, la commissione indipendente dell'ente supervisore del fisco ha aperto un'inchiesta interna per verificare come sia stato possibile venir meno a tutte le procedure di sicurezza previste in casi come questi.

Un ex detective di Scotland Yard che operava nel dipartimento antifrode ha raccontato a Sky News di aver affrontato un caso simile recentemente in cui ogni dato personale veniva venduto a due sterline e mezzo. «Se ciò si verificasse oggi - ha detto l'agente Tom Craig - ci troveremmo di fronte ad una frode potenziale di miliardi di sterline».

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