La Gelmini «I dati confermano: serve andare avanti con la riforma»

L’Italia spende poco per la scuola e si ritrova tra i paesi Ocse seconda solo alla Slovacchia, agli ultimi posti per Pil destinato all’istruzione; gli studenti italiani tra i 7 e i 14 anni passano a scuola circa 8.200 ore, troppe, contro una media dei Paesi Ocse di 6.777; i prof nostrani vengono pagati meno della media dei colleghi dei Paesi Ocse, e il divario si accentua con il passare degli anni di servizio. Una situazione deficitaria per l’istruzione del nostro Paese, fotografata dall’ultimo rapporto sull’educazione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, pubblicato ieri. Risultati che secondo il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, confermano le valutazioni del Governo sul «sistema scolastico e la necessità di proseguire sulla strada delle riforme»; per questo, sottolinea, si sta cercando di «liberare risorse da destinare a innovazione, merito e qualità».

Dura la replica dell’opposizione e degli studenti che «bocciano» la Gelmini, mentre secondo il Pd «stupisce che, dati alla mano, si continui a far finta di niente cercando di truccare i dati dell’Ocse». L’Italia spende il 4,5% del Pil per l’istruzione, la Slovacchia il 4%, contro una media dei Paesi Ocse del 5,7%, dove ai primi posti ci sono Islanda, Stati Uniti e Danimarca.

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