nostro inviato a Cagliari
In principio fu Andala, la non indimenticabile alleanza che doveva dare la scalata alle nuove frontiere della telefonia mobile. Era la fine del 1999, Renato Soru si godeva l'apice del successo imprenditoriale, Tiscali furoreggiava nel popolo di internet ma soprattutto in Borsa: il 12 maggio 2000 sbarcò in piazza Affari quotata 60 euro, ma pochi mesi prima aveva toccato il picco di mille. L'azienda di Soru capitalizzava più della Fiat. E il futuro governatore entrò nel raggio di attenzione della grande finanza.
Andala, appunto. Per formare il consorzio in vista della gara per i telefonini Umts, il guru italiano della «new economy» fu agganciato da partner importanti: Franco Bernabè, Sampaolo-Imi, Rcs. E infine lui, Carlo De Benedetti, che entrò con il 15 per cento, seconda quota dopo quella di Tiscali. Si dice che l'immagine che ritrae questo inedito pool sia l'unica foto di gruppo in cui appare Soru.
Andala si sfaldò, ma non i rapporti che aveva creato, in particolare quelli con l'Ingegnere-editore. Mentre le quotazioni del titolo Tiscali precipitavano (ieri valevano 0,38 euro) diventando un simbolo della «new economy» speculativa, salivano quelle del suo padre-padrone diventato uno degli uomini più ricchi d'Italia. Nel 2004 il Bill Gates di Sanluri, restando il primo azionista di Tiscali, fu eletto governatore della Sardegna col centrosinistra. La villa di De Benedetti in Costa Smeralda ospitò vari incontri tra i due imprenditori. Due anni dopo la regione strinse un accordo con la società Soluxia, gruppo Cir, per la costruzione di quattro impianti fotovoltaici a Villacidro e Marrubiu. I progetti erano così ben fatti che la regione ritenne superfluo sottoporli alla valutazione di impatto ambientale.
Quando la stabilità finanziaria di Tiscali comincia a preoccupare, è ancora l'Ingegnere a intervenire. All'inizio del 2008, attraverso il fondo di investimenti Management & Capitali, sottoscrive un prestito obbligazionario di 60 milioni di euro convertibile in azioni cinque anni dopo. Di fatto i due diventano soci, Soru con il 25 per cento, De Benedetti con un potenziale 7; il titolo riprende fiato. E in pochi mesi, durante i quali Mr Tiscali compra l'Unità e viene accreditato da Repubblica come il più autorevole pretendente alla vacillante poltrona di Walter Veltroni, si concretizza un secondo accordo tra il governatore e l'editore, sempre nel settore energetico: la costruzione di un grande impianto elettrico da energia solare a Macchiareddu. La società Sorgenia batte la concorrenza di una quarantina di concorrenti. La firma del 15 dicembre scorso è uno degli ultimi atti dell'amministrazione Soru prima di confermare le dimissioni il giorno 23.
I termini dell'accordo sono noti, ma è opportuno riepilogarli. Il controllo dell'impianto è affidato a un collegio di vigilanza composto da cinque membri di cui due indicati da Sorgenia ma ogni delibera deve avere la maggioranza qualificata di quattro voti: come dire che nulla si fa contro il volere di De Benedetti. Il terreno di Macchiareddu è di 40 ettari, mentre a Sorgenia ne servono 200: si decide che la provincia di Cagliari delegherà il consorzio Casic a espropriare gli altri 160 per poi cederli all'impresa che li pagherà non più di 100mila euro. Infine Sorgenia è addirittura autorizzata a deviare il corso di un fiume che intralcia.
Tuttavia all'accordo manca un tassello che deve essere messo dal consiglio provinciale di Cagliari, maggioranza di centrosinistra. È la ratifica dell'operato del presidente con il via libera agli espropri, che ancora non arriva. Nei palazzi della politica si dice che De Benedetti sia sulle spine e che questa incertezza, assieme al precipitare delle quotazioni, abbia indotto l'Ingegnere a una duplice mossa: non solo a convertire con larghissimo anticipo (meno di un anno dopo l'emissione) il prestito di 60 milioni, ma a vendere subito dopo (26 gennaio scorso) la gran parte delle azioni, scendendo dal 6,9 a meno del 2 per cento del capitale di Tiscali.
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