Generali, Intesa e Mediobanca: Telecom costerà 630 milioni

Per Telco, la cassaforte che controlla il 22,4% di Telecom Italia, si avvicina l’ora della svalutazione dei titoli del gruppo di tlc. Il cda del prossimo 6 luglio riunito per esaminare il bilancio al 30 aprile 2011, si troverà sul tavolo il report messo a punto da Lazard. L'advisor incaricato da Telco di stabilire la congruità del valore delle quote in portafoglio ha proposto una rettifica da 2,2 a circa 1,8 euro per azione per ridurre lo scollamento con il mercato. Le azioni del gruppo guidato da Bernabè sono in carico a 2,2 euro proprio sulla base di un’indicazione della stessa Lazard risalente al 2009. Nel frattempo però Telecom si è depressa in Borsa e da mesi naviga sotto 1 euro (ieri ha lasciato sul terreno lo 0,26% attestandosi a 0,95 euro).
Quando Telco avrà deciso se svalutare la quota il tema verrà preso in considerazione anche dai singoli soci: Mediobanca, Generali, e Intesa Sanpaolo, che si erano allineati la prima volta, con ogni probabilità decideranno nei prossimi consigli di rettificare il valore del gruppo telefonico. In caso di svalutazione quale sarà l’effetto sulle casse degli azionisti?
Generali ha il 30,4% di Telco ma una parte di questa partecipazione è in capo agli assicurati. In caso di svalutazione, secondo gli analisti, l’impatto sull’utile sarebbe di circa il 20% mentre a livello di margine di solvibilità l'effetto sarebbe nullo. Il Leone, riferiscono fonti finanziarie, avrebbe intanto messo al lavoro un gruppo di esperti per valutare i titoli Telecom. Il 19 luglio si riunirà, come di consueto prima della semestrale, il comitato di controllo interno che dovrà decidere l' eventuale impairment. In caso di svalutazione, circa un quarto è destinato a passare ai conti del gruppo. La tappa successiva sarà il cda sulla semestrale fissato per il 5 agosto: l’obiettivo, riferiscono le stesse fonti, è portare per quella data davanti al Consiglio le valutazioni combinate fra il giudizio di Lazard e quello degli esperti del Leone. Per poi decidere se e come svalutare.
Quanto a Intesa Sanpaolo, che detiene l'11,5% di Telco, l'impatto negativo per la banca in termini di coefficienti patrimoniali sarebbe trascurabile. L'11,6% controllato da Mediobanca verrebbe invece svalutato per 130-140 milioni di euro con un effetto negativo sui conti del secondo trimestre 2011 e un impatto di 30 punti base sugli indici patrimoniali di Piazzetta Cuccia. Per gli analisti di Intermonte, «se Telco venisse svalutata ai valori di Borsa di Telecom Italia, la somma netta delle attività della holding passerebbe a zero». I più perplessi sulla svalutazione sono però gli spagnoli di Telefonica, soci con il 46%: all’epoca pagarono tutto cash (2,6 euro) in virtù di strategie di business non ancora realizzate e che ora rischiano una minusvalenza miliardaria.

Se tutti i soci deprezzassero di 0,4 euro come propone Lazard, fanno notare altri analisti, la perdita potenziale sarebbe di 120-130 milioni per Mediobanca e Intesa e di 370 milioni per Generali.
Sullo sfondo, resta intanto vigile la Consob che sulla questione Telco sarebbe orientata a sollecitare un’attenzione alla valutazione in bilancio delle partecipazioni.

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