Generali, Ligresti non molla e «prenota» il cda per il 2007

La figlia Giulia (Premafin): «Nessun conflitto di interessi» ma Trieste rimane fredda. E la partita Igli slitta a giugno

Massimo Restelli

da Milano

Pochi giorni fa Generali ha deciso di lasciarla fuori dalla stanza dei bottoni con un arrocco diplomatico, ma Premafin non arretra e spende la candidatura del fondatore Salvatore Ligresti. È un percorso lastricato di tenacia quello seguito da FonSai per avvicinarsi al gruppo del Leone. Dopo il braccio di ferro che aveva preceduto l’ultima assemblea dei soci, a confermare la linea è stata ieri la figlia Giulia Maria Ligresti: «Riteniamo che la presenza di un nostro rappresentante nel cda possa tutelare l’interesse dei nostri azionisti» ha evidenziato il presidente e amministratore delegato della holding Premafin preannunciando che tale «opportunità» sarà pertanto ribadita al rinnovo del consiglio previsto a Trieste per il prossimo anno.
Generali e FonSai sono concorrenti ma, secondo la top manager, la quota del 2,36% accumulata dalla famiglia siciliana è «storica, importante» sostanzialmente «strategica». Impegno economico a parte (800 milioni il valore della partecipazione ai prezzi di Piazza Affari) Giulia Ligresti ha detto di poter corroborare la propria tesi con alcuni pareri legali. Secondo i quali, dato che il padre Salvatore non ricopre alcuna carica operativa in FonSai (presieduta dall’altra figlia Jonella), non ci sarebbero ostacoli a un suo ingresso nel board del Leone. Molto diversa però la lettura finora offerta da Trieste, dove lo stesso presidente Antoine Bernheim aveva tratteggiato ai soci un bivio sostanzialmente senza via di uscita. L’alternativa, secondo l’anziano banchiere, si potrebbe infatti ridurre tra considerare FonSai una «concorrente» con l’emergere di un potenziale «conflitto di interessi» oppure ritenersi «grandi amici» correndo però il rischio di restare imbrigliati nelle maglie dell’Antitrust. Malgrado Bernheim avesse ipotizzato che un eventuale braccio di ferro con l’Authority potesse «paralizzare» non solo la compagnia ma anche Mediobanca, Giulia Ligresti ha preferito ieri ricordare le parole di «apprezzamento» rivolte al padre dal numero uno delle Generali. Un tributo che, insieme alla scelta di FonSai di votare a favore della riduzione del board potrebbe costituire ora la base su cui trattare anche in vista del desiderio di Bernheim, già ottantenne, di conservare la propria carica.
Giulia Ligresti ha specificato che Premafin non ha in cantiere alcun aumento di capitale ma le energie della famiglia siciliana (3,6 miliardi il valore complessivo del portafoglio) sembrano sempre più indirizzate anche al mondo industriale.

Se è confermata la volontà di mantenere il presidio in Mps, FonSai è infatti anche azionista di Edison mentre entro giugno è prevista la firma per l’acquisizione da Efibanca del 20% di Igli, la holding cui fa capo il 18% Impregilo.

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