Generali pulisce il bilancio Ma il dividendo è dimezzato

Un 2011 meno ricco per garantirsi «un utile in forte crescita» quest’anno. È questa la filosofia adottata da Generali e dal suo ad Giovanni Perissinotto in sede di redazione del bilancio. L’esercizio concluso il 31 dicembre scorso ha registrato un utile netto consolidato di 856 milioni di euro, praticamente dimezzato rispetto agli 1,7 miliardi del 2010 e al di sotto del consensus (tra i 900 e i 940 milioni).
È la conseguenza della decisione di procedere a ulteriori svalutazioni per circa un miliardo di euro. I bond greci in portafoglio hanno subito un write-off medio del 76%, mentre il 30,6% di Telco è stato «ridimensionato» a una valutazione unitaria dei titoli Telecom di 1,5 euro (1,8 euro dopo la svalutazione a fine giugno). Di conseguenza anche il dividendo sarà sottotono: 0,2 euro in pagamento dal 24 maggio a fronte dei 0,45 distribuiti l’anno scorso e degli 0,30-0,35 a cui si era più o meno allineato il consensus. Buone notizie invece dal fronte solvency: la ripresa dei Btp lo ha riportato al 132% al primo marzo a fronte del 117% di fine 2011.
Il segmento Vita ha tutto sommato tenuto nella raccolta(-9,3% a 46,3 miliardi i premi) mentre il risultato operativo è diminuito del 16% su base annua a 2,5 miliardi. Il segmento Danni invece ha proseguito il trend di sviluppo. I premi sono aumentati del 3,2% a 22,7 miliardi, mentre il risultato operativo ha toccato quota 1,5 miliardi con un incremento del 38,3% tendenziale. Il risultato operativo consolidato di 3,92 miliardi(-3,7%) pur essendo al di sotto della parte bassa dell’outlook fissato dalla compagnia (4 miliardi) non chiude la porta all’ottimismo. Si comprende che il gruppo Generali ha utilizzato il 2011 per assestarsi e anche l’esercizio in corso proseguirà così: l’obiettivo è la conferma della raccolta e un focus su prodotti a minore assorbimento di capitale.
Resta comunque un piccolo mistero il fatto che Generali abbia deciso di anticipare la diffusione dei propri risultati annuali. Il cda riunito ieri a Milano doveva approvare i conti che avrebbero dovuto essere diffusi questa mattina. Così non è stato. Meno sorprendente, invece, la sortita di alcune fonti vicine al Leone che hanno rassicurato sulla permanenza di Gabriele Galateri al vertice della compagnia, dopo le indiscrezioni circa un suo passaggio alla presidenza di Unicredit. Che ieri ha riunito il cda per fissare il profilo quali-quantitativo del nuovo board.

Confermata l’intenzione di fissare a 19 il numero dei componenti del nuovo cda. La shortlist per il nuovo presidente è sempre imperniata su nomi di alto profilo istituzionale. Nella shortlist Gian Maria Gros-Pietro, Angelo Tantazzi, Domenico Siniscalco e anche la «quota rosa» Emma Marcegaglia.

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