Quella che quasi due mesi fa poteva sembrare una scaramuccia tra due potenti personaggi della grande finanza, Diego Della Valle e Cesare Geronzi, si sta trasformando in una battaglia a tutto campo dove i poteri forti si riposizionano verso nuovi equilibri. In Generali, ma forse anche in Mediobanca. Si era partiti con il signor Tod’s che descriveva il presidente delle Generali come un «vecchietto arzillo» che disponeva del Corriere della Sera (di cui Trieste è importante socio) senza passare dai consigli d’amministrazione e che intendeva usare le Generali per «operazioni di sistema» senza averne le deleghe. Geronzi aveva replicato punto su punto nel cda di Generali. E questo aveva infine ribadito la centralità del ceo, Giovanni Perissinotto, nelle scelte operative e sulle partecipazioni (vedi Rcs). Ma non era che l’inizio di una battaglia tra una visione manageriale (ed emergente) di Mediobanca e Generali da un lato; e quella relazionale, condotta dai grandi gruppi di azionisti, dall’altro. Da allora sono accaduti, nell’ordine, i seguenti fatti: Leonardo Del Vecchio, patron della Luxottica, si è dimesso dal cda di Trieste, in polemica più con Perissinotto che non con Geronzi; Tarak Ben Ammar, uomo forte dei francesi titolare del 10% di Mediobanca, si è pubblicamente (in un’intervista) schierato con Geronzi; Della Valle ha replicato insultando Ben Ammar; Fabrizio Palenzona, vicepresidente e uomo forte di Unicredit, è sceso in campo per ribadire che la banca milanese vigilerà con grande attenzione sulla stabilità di Mediobanca e Generali; Vincent Bolloré, vicepresidente di Generali e king maker del gruppo francese, due giorni fa si è astenuto sul bilancio, poi in un’intervista uscita ieri ha attaccato duramente Perissinotto, arrivando a dire che il cda delle Generali richiede «più trasparenza». E siamo a ieri pomeriggio, quando, letta l’intervista di Bollorè, si è registrata una levata di scudi in difesa delle Generali, senza precedenti. Prima è stata la stessa società: «Il nostro agire è sempre stato fondato sull’estrema trasparenza nei confronti del mercato e di tutti gli azionisti». Poi è arrivata la nota di Della Valle su Bollorè: «Tutto ciò contribuirà a isolarlo», condita dall’offerta di rilevare le sue quote di Mediobanca se il francese, insoddisfatto dell’Italia, se non volesse andare. Infine due big del capitale della compagnia triestina, Lorenzo Pelliccioli con la De Agostini (2,4%) e i gruppi Ferak ed Effeti (3,5%) hanno entrambi emesso una nota in difesa di Perissinotto, lodando i risultati raggiunti nel bilancio 2010 appena approvato. De Agostini in particolare sottolinea l’« ampia trasparenza sulle decisioni aziendali » e definisce «stupefacenti » le dichiarazioni di Bollorè. A due mesi di distanza, dunque, il duello Della Valle-Geronzi ha catalizzato due fronti contrapposti: da un lato i francesi, che contano in Mediobanca ma meno in Generali, schierati con il presidente della compagnia. Che può contare anche sull’appoggio, meno strillato ma reale, di Francesco Gaetano Caltagirone, non a caso l’unico azionista privato di Trieste che ieri non ha preso posizione. Dall’altro i manager della compagnia, che hanno trovato, anche se con accenti diversi, l’appoggio di Della Valle, di Pelliccioli e dell’asse Est-Ovest Palladio-Crt. Nel mezzo Mediobanca cerca di mediare, senza prendere posizione ma fornendo a Generali un sostegno «istituzionale». Anche perché la lista che ha messo insieme tutti gli attuali litiganti è comunque stata scritta in Piazzetta Cuccia, primo socio della compagnia con il 13,4%. Il problema è ora capire dove porterà lo strappo francese, che arriva nei giorni caldi di Edison e Parmalat, operazioni dove Tremonti ha stoppato proprio le ambizioni francesi: avere contro il ministro dell’Economia non sembra una situazione ideale per Bollorè.
Lo ha capito Della Valle, che propone nuovi soci in Mediobanca; e lo ha capito bene Palenzona (primo socio di Mediobanca), che dopo gli anni dell’astensionismo di Profumo dal potere, riporta Unicredit in gioco. Soprattutto se, come sembra, rileverà il 7-8% di Fonsai da Salvatore Ligresti. Una partita che porta in dote quote in Generali (1,9%), Mediobanca (3,8%), e Rcs (5,4%).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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