Una scuola «adottata» da Municipio e famiglie perché non sparisca. Perché possa continuare ad esistere e a crescere i propri figli. Sono i genitori della «Don Milani», plesso elementare del quartiere di Albaro ad essersi organizzati per sensibilizzare altre famiglie ad iscrivere i propri figli alla primaria statale del quartiere per evitare la stessa chiusura della scuola. Una chiusura paventata da molti visto che la Don Milani non ha una sede fissa e al momento neanche un buon numero di alunni. Fino ad un anno fa era ospitata nel terreno dellOpera Pia da dove è stata sfrattata, oggi grazie alla collaborazione del presidente del Municipio Medio Levante Pasquale Ottonello e dellassessore con delega alledilizia scolastica Paolo Veardo, la scuola ha trovato momentaneo rifugio in alcuni locali del «Sorriso francescano». «Ma si tratta di una soluzione temporanea perché in quei locali i frati hanno già dei loro progetti e la elementare non potrà rimanere lì per troppo tempo - spiega Ottonello -. Dobbiamo cercare unaltra sede e nel contempo convincere le famiglie del quartiere ad usufruire della scuola senza paura di chiusure. Perché più saranno i bambini iscritti alla Don Milani e minore sarà la possibilità di vedere il plesso chiudere i battenti».
Così, oggi dalle 9 alle 12, i genitori e gli insegnati della primaria statale Don Milani si sono organizzati (come fanno molte scuole private) per pubblicizzare le loro attività. Si parte così con lOpen day, una mattina per poter vedere da vicino la scuola, scoprire la nuova sede e apprezzare le sue specifiche metodologie didattiche. Un lavoro di gruppo a cui ha fatto da coronamento limpegno di Municipio e Comune che stanno anche lavorando per localizzare una nuova area dove poter proporre di inserire la scuola: «Ci sono diverse ipotesi in ballo - continua il presidente del Municipio Medio Levante - , cercheremo insieme di individuare larea più idonea. Magari a completamento di quelle strutture di servizio che si stanno realizzando nella zona». Per ora la Don Milani, la scuola che i genitori di questi scolari definiscono «a misura di bambino», è in via Riboli al numero 20.
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