Genoa, chiesti quattro punti ma la sentenza slitta

Genoa, chiesti quattro punti ma la sentenza slitta

Giovanni Porcella

È di quattro punti di penalizzazione e di un anno e due mesi di inibizione per Enrico Preziosi, Gianni Blondet e Alessandro Zarbano, più un’ammenda di 10.000 euro la richiesta dei procuratori federali della Disciplinare della Lega di serie C Federico Bagattini e Mario Taddeucci Sassolini per il Genoa in ambito del processo per la violazione della cosiddetta clausola compromissoria che ha portato ad un nuovo deferimento il club rossoblù. La sentenza potrebbe farsi attendere anche due settimane. In sostanza la società rossoblù nella scorsa estate quando venne retrocessa in serie C per l’illecito col Venezia, dopo la sentenza sportiva definitiva emessa della Caf, ricorrendo al Tribunale e non al Tar violò appunto la clausola compromissoria.
Ma l’udienza che si è svolta a Firenze, iniziata alle 16 per terminare intorno alle 17,30 ha riservato subito una grossa sorpresa per la linea difensiva del Genoa, sostenuta dai legali D’Angelo, Gatto e Petricca. La Disciplinare, infatti, ha abbandonato la pista della violazione dell’articolo 27, quella appunto del vincolo di giustizia sportiva, per perseguire quella della violazione del principio di lealtà sportiva: «Un modo di procedere – ha detto Paolo Gatto – che è un’anomalia. Per questo siamo fiduciosi». Stesse dichiarazioni per l’avvocato Andrea D’Angelo che ha sottolineato come la Diciplinare abbia accusato il colpo dello staff legale rossoblù sulla legge 280: nessuna violazione della clausola compromissoria ma ricorso dell’ex articolo 700 al giudice Vigotti. Ora il Genoa aspetta la sentenza che pero’ non avrà tempi brevi, si parla addirittura di due settimane, come rivelato dagli stessi avvocati del Grifone: «Il caso è molto complesso e delicato – ha detto Petricca – e la Disciplinare ha intenzione si studiare con attenzione gli eventi». Esattamente cio’ che si aspetta la dirigenza rossoblù e la sua tifoseria che, intanto, in massa seguirà la squadra impegnata in trasferta contro la Pro Sesto.
I tifosi sui vari siti internet hanno appreso la notizia senza troppo sconcerto. C’è chi teme una beffa come accaduto nell’agosto scorso, ma anche chi è piu’ ottimista. In fondo sono solo le richieste e la linea difensiva appare molto solida. Il presidente Preziosi non ha seguito il dibattimento processuale, ma una volta conosciuti i termini della richiesta si è detto ottimista: «Sono sereno - ha ribattuto - ed ho molta fiducia nei nostri legali». A Firenze la società era rappresentata da Blondet e Zarbano.
Nessuna novità invece sul caso Ghomsì, il giocatore che era sceso in campo nella prima giornata di campionato a Ravenna vinta sul campo dai rossoblu’ per 3-1. Il Ravenna fece ricorso per la posizione irregolare di Ghomsì e il giudice sportivo diede ragione ai romagnoli infliggendo lo 0-3 a tavolino al Genoa. Sentenza ribaltata dalla Disciplinare. Ora la Caf deve esprimersi sul nuovo ricorso del Ravenna. L’avvocato Petricca che segue per il Genoa la vicenda non sa quando verrà persa una decisione definitiva: «Deve ancora essere calendarizzata la questione. Aspettiamo notizie, ma siamo fiduciosi».
Intanto il presidente Enrico Preziosi giovedì sera era presente all’assemblea dell’Associazione club genoani. Alla vista del patron rossoblù, i rappresentanti del club Meroni, unico tra i «contestatori» a essere iscritto all’Acg, hanno abbandonato la sala. Preziosi ha rassicurato i presenti dicendo che il Genoa «non è tra le società più sane d’Italia, è la più sana».

Ha ribadito la sua intenzione di continuare a lavorare per il bene della società e di essere pronto a vendere solo ad acquirenti con grandi disponibilità economiche. Preziosi ha anche chiesto ai tifosi di non organizzare più manifestazioni o cori a suo favore, se questo può servire a rasserenare gli animi e pacificare la tifoseria rossoblù.

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