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Il Genoa fugge dall’inferno e torna in serie B

Al Monza non è sufficiente l’1-0 Preziosi: «Un anno terribile» Vavassori confermato in panchina

Francesco Rizzo

Perdere e festeggiare nello stesso pomeriggio. Continuare così, farsi un po’ del male, fino all’ultimo sorso di sale e acqua. Ci vuole una vocazione speciale. Ci vuole il Genoa. Il Grifone torna in serie B, assicurandosi la finale in due partite del girone A di C1 contro il Monza, ultima appendice della stagione italiana dei club. Ieri, al Ferraris, i rossoblù sono stati sconfitti 1-0 (gol di Egbedi, 15’ st) ma lo 0-2 ottenuto all’andata al Brianteo ha assicurato la promozione alla squadra del presidente Enrico Preziosi, ulteriormente garantita dal miglior piazzamento in classifica nella stagione regolare. Trionfo per trentamila tifosi, giunti pure dall’estero. Gli stessi che, più o meno trecentosettanta giorni fa, avevano celebrato la promozione in serie A.
Quel successo tanto atteso, però, venne annullato dalla condanna per illecito sportivo, legato al match finale con il Venezia, con conseguente estate di battaglie giudiziarie e successiva retrocessione in C1, inasprita da 3 punti di penalizzazione. La condanna a un anno da incubo, insomma, esorcizzato ieri. Con un organico di lusso per la categoria - Grabbi, Baldini, Marco Rossi, in corso d’opera Iliev - il Genoa è parso a lungo candidato alla promozione diretta. Solo che le cose semplici, qui, non sono di casa. A Ravenna, il 4 settembre scorso, i liguri vincono 3-1 ma schierano il ventenne Antonio Ghomsi, su cui pesa una squalifica della stagione precedente. Ben sette mesi dopo il Genoa si vede togliere i 3 punti e sorpassare dallo Spezia, che poco dopo sale in B direttamente. Al Grifone restano i playoff. Intanto la guida tecnica di Giovanni Vavassori è interrotta da un breve interregno di Attilio Perotti, la squadra perde colpi, attesa fuori dallo stadio dai tifosi. Dal mercato invernale sbocciano più problemi che soluzioni. Poi la semifinale rovente con la Salernitana, rimediata a Marassi, l’epilogo con il Monza. E la festa. Non per tutti.
«Non ho voglia di sorridere, ho tanta rabbia. Ora attendiamo i processi al Genoa, quelli che non ci hanno ancora fatto, quello normale e quello sportivo», ha detto ieri Preziosi, riferendosi all’appello di fronte alla Caf e all’indagine della Procura di Genova sulla sentenza del presidente Martellino che, secondo i legali del Genoa, fu scritta già prima del processo. «E’ stato un anno infernale», continua il numero uno rossoblù, che ieri ha aspettato il verdetto del campo contando le piastrelle degli spogliatoi. «Punti tolti e ridati e poi ancora tolti all’ultimo momento, tre partite giocate in una settimana per recuperare, a causa dei problemi di capienza degli stadi che dovevano ospitarci. Bastava poco per crollare».
Ma adesso si guarda al futuro, a un mercato con interventi importanti. «Abbiamo uomini ai Mondiali anche se credo che quest’anno si potranno trovare molte occasioni qui in Italia, visti gli sconvolgimenti che dovrebbe portare la giustizia sportiva». In panca ancora Vavassori («fondamentale, bravissimo a ricompattare la squadra che sembrava allo sfacelo»). Il nuovo bersaglio è la A. Che qualcuno spera di ottenere per ripescaggio.

E che manca dal 1995.

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