Emmanuele Gerboni
La carica dei diecimila tifosi rossoblù. È come se, per una notte, lo stadio Castellani si chiamasse Luigi Ferraris. Incredibili e incontenibili. E quando cè una cornice così, devi pitturare la tela con colori che devono stupire. Non può essere soltanto la partita delle belle intenzioni, le più forti del campionato devono produrre qualcosa di unico. Allinizio, però, ti devi accontentare dei buoni propositi. Il Genoa mette subito le cose in chiaro, vogliamo vincere. Ed è quello che pensa pure lEmpoli che ribatte così: scusate ma vinciamo noi, e siamo subito in A. Parole e pensieri che, almeno nel primo tempo, rimangono opere incompiute. La novità, annunciata, è lingresso di Brevi: Tedesco finisce in panchina. Una pausa che può far bene al capitano rossoblu? Bella domanda, la prima risposta è la faccia del capitano rossoblù. Diciamo solo che è perplessa. La partita? Cera speranza di navigare in un mare di bollicine, ma lo champagne è servito solo nelle occasioni giuste. Perché Empoli e Genoa si piacciono, non hanno paura di guardarsi negli occhi, studiano tutte le mosse, è una partita a scacchi. Tatticamente è una partita che bisognerebbe mettere nella videoteca, e rivedere una volta al giorno per imparare. Obiezione, ma le azioni da gol? Tutte negli ultimi sette minuti del primo tempo. E trovi sempre il nome di Milito, bentornato. 37: cross di Tosto (nellazione anche un intervento falloso su Brevi), largentino calcia sopra la traversa da buona posizione. 40 Milito, unaltra magia. Diagonale dalla sinistra, peccato per il ritardo di Rossi e Stellone. E lEmpoli? Ci mette la faccia con il nuovo entrato Saudati che si presenta davanti a Scarpi, Sottil salva sulla linea. Ripresa, dopo quindici minuti cè da fare subito unosservazione. Siamo ad unora di gioco, sulla sinistra Marco Rossi riesce a frenare Buscè: uno che va sempre a velocità straordinarie quando avanza. Scelta indovinata, Rossi sa coprire con attenzione e anestetizza Buscè. Anche se il Genoa perde qualcosa dallaltra parte. Perché Zanini cerca sempre di accentrarsi, difficilmente lo vedi incollato sulla linea laterale. Le squadre non si accontentano, nella prima mezzora meglio il Genoa che non crea tantissime palle gol ma dimostra di essere più intraprendente dellEmpoli. Che rinuncia anche al bomber Tavano dopo una ventina di minuti. Il Genoa ha un vantaggio: cè un leader. Si chiama Diego Milito, si legge il Principe, la traduzione è: ci prova in tutti modi, la fortuna, però, abita da altre parti. Un paio di belle conclusioni (pronto Balli), e tanta grinta al servizio della squadra.
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