Genoa, la procura sportiva chiama il pm

Genoa, la procura sportiva chiama il pm

(...) I carabinieri su indicazione della stessa Procura sabato notte hanno fermato a Desio, vicino a Milano, il direttore sportivo del Venezia Pino Pagliara, in possesso di una valigetta con all’interno 250 mila euro in contanti. Questo all’apparenza avrebbe inguaiato la società genovese, anche perchè esisterebbe un’intercettazione telefonica tra il direttore generale del Genoa Stefano Capozucca e l’attaccante lagunare Borgobello, alla Ternana quando lo stesso Capozucca esercitava il ruolo di direttore sportivo in Umbria.
«Pensiamo che possa essere accaduto qualcosa, per questo ci stiamo muovendo», spiega Lari. In realtà all’interno della valigetta era presente anche il contratto stipulato tra il Genoa e il Venezia per l’acquisto di un giocatore, il difensore Maldonado, costato, secondo quanto scritto sullo stesso contratto, proprio 250 mila euro. I soldi, appurato che provenivano dalle casse del Genoa, sarebbero stati versati in contanti perchè i giocatori di Luigi Gallo, che da mesi non percepivano lo stipendio, avrebbero chiesto la garanzia del pagamento. Resta l’incognita del mancato sequestro della somma in valigetta, oggetto di indagine. E oggi potrebbe arrivare un avviso di garanzia a Pagliara. A pesare però sono soprattutto le intercettazioni telefoniche in mano agli inquirenti che verranno utilizzate per gli interrogatori, anche perchè l’accusa di «frode sportiva» in sede penale è paragonabile alla corruzione per cui non sarebbe necessaria una specifica autorizzazione del giudice.
Intanto il pm Giovanni Arena si è recato a Piacenza per interrogare due giocatori biancorossi, in qualità di persone informate sui fatti, in merito alla penultima gara di campionato finita con il risultato di 2-2. La società emiliana dice (come quella del Venezia per voce del presidente Gallo) di sentirsi del tutto al sicuro perchè «proprio l’impegno con il quale la squadra di Iachini onorò la sfida contro il Genoa rappresenta il miglior attestato di un atteggiamento corretto». L’inchiesta però ha puntato anche sulle parole del difensore Matteo Abbate che, due giorni dopo il match, aveva accusato alcuni giocatori del Genoa di aver sollecitato minor grinta. Intanto anche l’ufficio indagini della Federazione Italia Gioco Calcio e il capo della Procura Italo Pappa ha chiesto i documenti già in mano alla magistratura genovese. In caso di «illecito» si profilerebbe l’ombra di una pesante squalifica. E in ambito sportivo la difesa gode di regole molto meno garantiste che in campo penale.

Il rischio, se dovesse sussistere il fatto, è quello di una retrocessione o di punti di penalizzazione, da scontare nel campionato ormai concluso o nel prossimo, o eventualmente in entrambi come è accaduto al Modena nell’inchiesta della passata stagione.
Piero Pizzillo

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