Sport

Genoa trema, Parma respira, Napoli s’illude

Messina, Siena e Reggina devono ripianare i debiti

Franco Ordine

Tremano in tanti. Sono in pochi a vivere rilassati i giorni di fuoco del calcio italiano. Si comincia da domani o dopo con l’audizione dei tesserati del caso Genoa per poi passare alla prima riunione dedicata ai bilanci delle società (29 giugno) e all’idoneità per l’iscrizione ai prossimi campionati. Come si capisce c’è poco da stare allegri. In entrambe le materie, la tendenza è quella già emersa in materia di opposizione dura e pura alla violenza: tolleranza zero, per intendersi.
Caso Genoa. La missione genovese del generale Italo Pappa, capo dell’ufficio d’indagine della federcalcio, ha ottenuto esiti sorprendenti. I magistrati della procura del capoluogo ligure infatti hanno messo a disposizione dello 007 il materiale fin qui raccolto e che consiste in una serie di intercettazioni telefoniche più il capitolo del fermo del segretario del Venezia Pagliara con tanto dell’episodio della valigetta contenente 250 mila euro all’uscita dagli uffici della Giochi Preziosi, l’azienda del presidente del Genoa. Questo materiale è sufficiente per istruire velocemente sia la parte relativa alle audizioni (si comincia da domani a Roma) che quella relativa alla richiesta di rinvio a giudizio presso la commissione disciplinare di Milano. Il fuoco di sbarramento realizzato dall’onorevole Alfredo Biondi, uno dei legali dei due Preziosi, padre Enrico e figlio Matteo, e della società (ieri non impedirà certo l’utilizzo di quelle carte in sede calcistica. Nel collegio di difesa si è aggiunto nelle ultime ore il professor Franco Coppi: in occasione del processo ad Atalanta e Pistoiese riuscì a ottenere l’assoluzione dei suoi assistiti poiché non venne riconosciuta l’autenticità di alcune intercettazioni.
Cosa rischia. I rischi del vecchio Grifone appena tornato in serie A sono evidenti. Si va dalla condanna a restare in B, con effetto immediato della penalizzazione sull’attuale classifica, alla partenza ad handicap nella prossima in serie A cioè. L’entità del punteggio con cui appesantire il torneo del Genoa è tutta da decifrare. I precedenti (il meno 9 inferto alla Lazio di Fascetti che poi si salvò) non fanno molta giurisprudenza visto che siamo in regime di tre punti a partita. Previsione: il Genoa può restare in B. Da definire anche, come conseguenza di tale verdetto, la mossa successiva. Chi deve usufruire di tale scelta? A giudicare dal regolamento, l’onore di salire in A toccherebbe alla società perdente nello spareggio tra Torino e Perugia. Per evitare polemiche, Franco Carraro ha già dato mandato alla Corte federale di esprimere, sull’argomento, un parere vincolante.
Dodici fuorilegge. Sono dodici le società, tra serie A e serie B (ché con la C l’elenco diventa ancora più lungo), a rischiare la mancata iscrizione ai campionati. Il Parma, col passaggio di proprietà dal gruppo Parmalat al nuovo acquirente, può anche saldare qualche vecchio conto. I 33 milioni di euro ricavati dall’operazione infatti saranno passati dal commissario Bondi per competenza ai creditori del gruppo di Collecchio, di qui la necessità per il nuovo azionista di mettere a reddito la cessione di Gilardino per sistemare vecchie pendenze e acquisire calciatori con cui affrontare la prossima stagione. In serie A, oltre a Messina e Reggina, con un bel buco da 10 milioni di euro in bilancio c’è il Siena ma è recentissimo l’intervento della banca Monti dei Paschi di Siena che intende ripianare la perdita, ottenendo in cambio personali garanzie del presidente De Luca.
In ritardo con Irpef e Enpals l’Atalanta, nel frattempo retrocessa in B, mentre nella serie cadetta le posizioni più delicate sono considerate quelle di Salernitana, Torino e Perugia. Le speranze di Bologna e Napoli, spettatori interessati, di riuscire a conquistare in un caso la serie A e la serie B fallite sul campo, non sono cospicue. E la spiegazione è regolamentare. Il club di Gazzoni, per essere riqualificato, deve attendere che una società attualmente in A non venga iscritta, idem per il Napoli nel caso di bocciatura di una delle società salite dalla serie C.

Perciò De Laurentiis, il presidente, e Pierpaolo Marino, il ds, sono i primi a non illudersi.

Commenti