Genova capitale della criminalità Ogni giorno un «bollettino di guerra»

Genova capitale della criminalità Ogni giorno un «bollettino di guerra»

(...) E non ci si venga a dire, per favore, anche dal vertice di Palazzo Tursi, che ormai «dobbiamo farci l’abitudine», che Genova, in fondo, è una città sicura, che Milano e Napoli sono ben peggio, e via di questo passo. Se basta a illudere, illudersi e consolarsi, è un conto. Ma non è questa la fotografia della realtà. Una realtà che, solo per limitarsi alle ultime ventiquattr’ore, costringe a leggere la nota della Questura come un bollettino di guerra. Aggravato, se possibile, da quando è esplosa l’emergenza-immigrazione. Tanto per dire: la cronaca racconta - ma non è una favola - che un extracomunitario (rifugiato politico, profugo, clandestino, chiamatelo come volete), appena arrivato a Genova dopo essere fuggito da un centro di identificazione ed espulsione del Sud Italia, ha malmenato e rapinato una prostituta romena su un marciapiede di via di Francia a Sampierdarena. È un tunisino di 26 anni, arrivato nelle scorse settimane dal Nord Africa a Lampedusa a bordo di un «barcone della speranza»: il giovane, arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile per rapina aggravata, è stato rintracciato poco distante dal luogo del colpo, mentre stava passando al setaccio la borsetta della lucciola. La prostituta romena, una giovane di 25 anni, è stata trasferita in ospedale al Villa Scassi e giudicata guaribile in pochi giorni per traumi ed escoriazioni. Neanche a dirlo: il tunisino dice che era venuto in Italia in cerca di lavoro. Difficile - o è facilissimo? - capire verso quale lavoro si sentiva maggiormente portato.
Apprendiamo, sempre ieri, dalla nota della solerte Laura Rossi, funzionario della Questura: in tre aggrediscono e rapinano un diciassettenne in via Pré. Attenzione: alle 6 del pomeriggio, negozi aperti, via vai di gente. I tre, dunque, avvicinano due amici di 16 e 17 anni, e propongono l’acquisto di una felpa di marca. Griffe: boutique banchetti, pacco e strapacco. I due ragazzi rifiutano, e vengono aggrediti. Uno di loro riesce a scappare e chiamare il 113, l’altro si prende un pugno in faccia mentre un malvivente gli sfila il portafoglio. Arriva la polizia che si mette in caccia. Individua e cattura i tre: due sono genovesi, di 31 e 21 anni, pregiudicati. Si fanno trovare con in mano la felpa che doveva servire per l’adescamento a scopo di rapina. Furbi non tanto, ma criminali sì. Proseguiamo: gli agenti delle volanti intervengono in via Balbi, in piena notte, per soccorrere un trentunenne italiano che riferisce di essere stato rapinato di soldi e cellulare: era stato improvvisamente accerchiato da un gruppo di cinque o sei nordafricani che l’avevano minacciato con un coltello, prima di derubarlo e scomparire nei vicoli. Va be’, uno potrebbe dire: «Ma che ci facevi tu a quell’ora a gironzolare in via Balbi?». Risposta: «Ma che città è quella in cui nessuno è più libero di passeggiare, per scelta o per lavoro, a qualsiasi ora e in qualunque strada del centro, senza temere un’aggressione?».


E poi ci sarebbero ancora la rapina nel bar di via del Piano, alle 3 e mezza del pomeriggio, i furti in tre abitazioni, in via al Boschetto, in via di Pino e in via alle Gavette, e l’aggressione di due ladri agli addetti alla vigilanza della Fnac di via Venti Settembre... sempre ieri. Per parlare di tutto, bisognerebbe prendersi una pagina intera del Giornale. E domani - c’è da scommettere per vincere facile - saremmo alle solite. Ma almeno smettiamola di chiamarla microcriminalità.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica