Cronache

GENOVA DEVE VINCERE LA SUA MENTALITÀ

Prodi precipita nelle sue divisioni ma viene salvato dal paracadute bucato di Follini, atterrando al centro di nuovi fallimenti. D'Alema non fa in tempo a pronunciare le terribili parole «elezioni anticipate» che già le Camere votano la fiducia al nuovo governo. È sempre il vecchio governo, ma con un nuovo programma, anche se riflette le stesse contraddizioni di quello vecchio. Il nuovo è ritornato sinonimo di vecchio. Dal lato sinistro, la politica si è liberata dalle fragili bende che tentavano di ricomporre le fratture più aspre. E ha ricominciato a decomporsi, a disarticolarsi, a destrutturarsi - paroloni masticati come caramelle dai professori universitari, ma che nella realtà di tutti i giorni significano una cosa sola: largo al vecchio. In tanto caotico imperversare di voti, alleanze, tradimenti e promesse, in questo valzer di mosse e contromosse, il risultato finale è sempre lo scacco.
Gli unici a credere di essere baciati dal sole dell'avvenire sono proprio i senatori eletti in Liguria. Figurarsi: un paese dove la popolazione è costituita per la maggior parte da anziani, un paese dove la classe dirigente ha instaurato un'inattaccabile gerontocrazia, nella regione più vecchia d'Italia, i più vecchi tra i vecchi, i senatori della vegliarda ideologia comunista resistono nella fedeltà incondizionata a Prodi e alla poltrona. Fermi, immobili, sono la vecchia guardia che fa la guardia alla (..

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