Politica

Genova, rapisce la figlia e scappa in Indonesia

La donna ha ottenuto dei documenti falsi dall’ambasciata di Giakarta

Alessia Marani

da Roma

Strappata al padre italiano la figlioletta di appena 5 mesi. Sono ore d’angoscia in casa di una famiglia genovese che dalla sera di lunedì lotta per riavere la piccola Allegra (è un nome di fantasia) che la mamma, Linda T., indonesiana di 31 anni, ha rapito portandola con sé in patria. Inutile ogni tentativo della Farnesina di bloccare la donna che, grazie a un certificato sostitutivo del passaporto della neonata ottenuto con uno stratagemma presso la sua ambasciata a Roma, è riuscita prima a imbarcarsi su un volo diretto da Fiumicino ad Amsterdam e da qui giungere «indenne» fino a Giakarta. «Le abbiamo provate tutte - racconta fra le lacrime nonna Maria - ma anche il nostro console nel sudest asiatico non ha potuto fare altro che lasciare passare all’aeroporto mamma e bimba, perché formalmente quel certificato era valido a tutti gli effetti. È assurdo - dice - che solo sulla base di una dichiarazione spontanea di Linda, l’ambasciata abbia rilasciato con tanta facilità un foglio che consente l’espatrio di una bambina».
L. B., 35 anni, spedizioniere nella città della Lanterna, durante un viaggio di lavoro in Nuova Zelanda, conosce Linda. Una breve relazione, lui torna a casa. Lei dopo un po’ di tempo lo contatta e gli rivela di essere incinta. All’inizio l’uomo è confuso, poi chiama la ragazza: «Voglio riconoscere la bambina, mi sento maturo per fare il papà». A novembre Linda arriva in Italia. «Non senza difficoltà, - aggiunge Maria - anche economiche. Abbiamo dovuto aprire persino una fideiussione a garanzia. Ma che le cose non si mettessero bene, lo abbiamo sospettato fin dall’inizio». Allegra viene alla luce a febbraio. Nonostante la piccolina sia ancora in fasce, la mamma non esita a partire insieme al padre, di nuovo inviato per lavoro oltreoceano, e a lasciare la figlia ai nonni paterni. «Mentre eravamo fuori - racconta lo stesso L. B. - sono nati i primi screzi. E lei subito a minacciarmi che prima o poi mi avrebbe lasciato e se ne sarebbe andata via con la bimba». Detto fatto. Martedì scorso madre e padre avrebbero dovuto incontrarsi davanti al giudice del tribunale genovese per accordarsi sull’affidamento. «L’accordo - aggiunge L. B. - prevedeva che la mamma potesse rimanere nella casa e che io potessi vedere mia figlia 1 o 2 volte alla settimana. Veniva pure stabilito il divieto di fare uscire Allegra dai confini nazionali». Ma all’appuntamento Linda non si è presentata. Per tutta la giornata di lunedì i suoceri e l’ex compagno la cercano senza tregua. Sparita, con Allegra. «Veniamo a sapere - continuano i familiari - che la donna era stata al consolato a Genova e che poi è partita per la capitale. Ci attiviamo subito presso l’ambasciata indonesiana di Roma. E la scoperta che facciamo ci getta nella disperazione».

In pratica la straniera avrebbe chiesto un certificato di sostituzione del documento d’espatrio della figlia, denunciando lo smarrimento del passaporto originale, fornendo agli addetti una nuova fotografia della piccola e chiamandola col cognome materno. «Il padre - avrebbe riferito la donna - non l’ha voluta riconoscere». Foglio alla mano, alle 17.30 Linda prende l’aereo per l’Olanda. L. B. contatta la Farnesina. È una corsa contro il tempo. Inutile.

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