Da Genova a Roma la contravvenzione diventa selvaggia

Più multe ai cittadini. O meglio, più controlli. E a fine mese più soldoni nelle tasche degli agenti. Il senso del provvedimento preso dal Comune di Genova è in sostanza questo. Perché se l’assessore con delega ai rapporti con la polizia municipale, Francesco Scidone, prova a smentire l’equazione («Non c’è nessun premio di produttività legato alle sanzioni, ma stiamo solo rafforzando i controlli»), il comandante dei vigili del capoluogo ligure, Roberto Mangiardi, è chiaro: «Se i reparti raggiungeranno l’obiettivo prefissato, gli uomini riceveranno un premio in denaro».
Una decisione che ha già creato polemiche. Il caso scoppia a Genova quando il Secolo XIX pubblica stralci del «Piano esecutivo di gestione» dell’amministrazione Vincenzi, dove si «invitano» i vigili ad aumentare i controlli del 15 per cento per combattere alcune infrazioni comuni come la sosta in doppia fila o negli spazi riservati agli handicappati. Per l’assessore, un modo per «migliorare la sicurezza stradale, visto che solo il 7 per cento dei controlli si traduce in multe». Per le associazioni dei consumatori, Codici in testa, una via «assurda per far cassa che esaurisce il potere educativo della sanzione». Non è comunque il singolo vigile a essere premiato per la severità. In base al «Piano» ogni comando cittadino ottiene un premio se raggiunge l’obiettivo prefissato dal Comune. Premio che viene diviso tra tutti i vigili, anche quelli che non si muovono dalla scrivania per scendere in strada.
E gli agenti che fanno? Si difendono a prescindere. La decisione, d’altronde, è del Comune, non loro. Poi puntano il dito contro ausiliari della sosta, controllori dei parcheggi e dipendenti dell’Amiu, l’azienda dei rifiuti genovese. Il sindacato di base Ugl Sulpm rende noto come per tutte queste categorie sia già previsto un incentivo per chi «gestisce» (il verbo, testuale, è scelto non a caso come escamotage per non dare premi diretti a chi stacca più multe) il numero più alto di contravvenzioni.
E allora perché ai vigili no? La domanda se l’erano posta anche a Napoli tempo fa. In particolare era affascinata dall’idea di offrire incentivi agli agenti il vice-comandante della polizia municipale, Antonietta Agliata. Idea che però venne rigettata immediatamente dal capo dei vigili partenopeo Luigi Sementa.
A Roma invece la soluzione alla genovese piace eccome. Carlo Buttarelli, vice del comandante Angelo Giuliani, non si perde in giri di parole: «Qui da noi sono 25 anni che non si danno premi in base alle contravvenzioni staccate. Ma resto convinto che l’unico sistema in grado di aumentare la produttività degli agenti è proprio quello di incrementare i controlli su strada, come ha fatto Genova. Il vigile compila infatti un modulo per ogni controllo effettuato con scritto chi e dove è stato controllato». Fare i conti reparto per reparto sarebbe così molto semplice.
A Milano però non vogliono sentir parlare di incentivi su multe e controlli. Tutti i ghisa ricevono incentivi al di là delle contravvenzioni strappate o dei foglietti compilati.

«Chi va in strada riceve un premio mensile di 550 euro - spiega Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza -. Mentre chi resta in ufficio ne percepisce uno da 500 euro». Appena cinquanta euro di differenza. Quasi quasi conviene imboscarsi dietro qualche scrivania. Per la gioia degli automobilisti indisciplinati.

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