Mai vissuto una domenica così «perfetta», nella quale tutto è andato per il verso giusto. Mai visti visi tanto felici in tribuna come domenica. Quattro gol, Palermo caduto, Torino pure, solo il Grifo a dettar legge come un tempo glorioso. «Non succedeva dall'inizio... del millennio!» sorrideva il solito bello spirito.
Pensate, è stato premiato con tanto di gagliardetto e di maglia rossoblù persino l'unico tifoso pescarese arrivato (che commozione!) a tifare per la sua squadra. Merito di Pietro Pisano, sovrintendenza Dino Storace, (ma funziona davvero bene questo «dipartimento-stampa» rossoblù), che al simpatico impiegato di trent'anni hanno voluto offrire un pezzetto di felicità genoana. Mai successo, dall'inizio del... millenio!
Donne. Un poker di bellissime creature hanno vissuto questa domenica, nobilitandola. «La grande bellezza» di una domenica vittoriosa, per dirla col regista Sorrentino. Prima creatura: Elisa Fiandrotti, cronista-calciatrice, post-moderna nel suo look, invitata non sappiamo se dai suoi amici pescaresi (come ha detto lei a Beppe Nuti) o da Capozucca, suo antico amico. Seconda creatura: Lina Polito, lei sì pescarese, sicuramente da passerella. Bella, solo bella. Terza creatura: la inseparabile compagna di Vincenzo Torrente (ospite molto applaudito), occhioni inquietanti, capelli nerissimi selvaggiamente sciolti. Ha fatto superbo contrasto con la biondissima compagna di Luca De Prà, quarta creatura. Un poker portafortuna che Preziosi, visti i tempi, potrebbe ingaggiare per le ultime tre partite, offrendo loro magari anche un premio-salvezza...
Tattica. Si diceva della tribuna felice. In verità la vera tattica è stata studiata e realizzata proprio fra i vip (Ballardini dovrebbe imparare). Un perfetto 4-4-1-2. Vediamo: Preziosi in porta (è stato concentratissimo novanta minuti, a volte anche sofferente). Difesa a quattro: Rosina-Blondet-Gatto-Vaccaro. Centrocampo a tre: Donelli-Barabino-Mascia. Trequartista: Gigi Cagni. In avanti i bomber Carbone e Di Pierro. Squadra uscita dalla... tribuna molto applaudita.
Volti. Tutti contenti. Pensate che qualcuno aveva intravisto addirittura Petkovic, allenatore laziale. Errore: altro non era che l'ex assessore Veardo, perfetto sosia del tecnico azzurro. Era finalmente gioioso anche il solito, immancabile gentiluomo che siede da sempre accanto a Preziosi, elegante, austero, nevischio fra i capelli. Un vero signore, compito anche nell'entusiasmo (in verità quest'anno di entusiasmante v'è stato poco...). Ma chi era veramente questo gentiluomo? In tribuna tutti tacevano, dicendo solo che si chiamava «Gianni», amico di Preziosi dal tempi del Como («quel ramo del lago di Como...). Chiediamo per curiosità il suo cognome ad una bella signora, altra gentildonna, elegante e superba. Risponde: «Non lo so».
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