Arriva Silvio, il Pdl ritrova il sorriso

Arriva Silvio, il Pdl ritrova il sorriso

(...) Scandroglio però vuole cancellare i musi lunghi e per farlo si spende subito la carta vincente. Che per il Pdl è e resta Berlusconi. Così parte dalla presentazione delle liste del Senato, dove in testa c'è il nome di Silvio. Il bravo presentatore non si limita a sorvolare sulla scontata assenza del Cavaliere, ma svela il «segreto» che scatena l'applauso: «A breve sarà tra noi, Berlusconi mi ha chiesto di organizzare un incontro in Liguria. Stiamo studiando la data e i modi. Appena sapremo qualcosa di più lo faremo sapere, ma il presidente vuole esserci».
La sala della conferenza stampa gremita da attivisti del Pdl accoglie la notizia come il colpo di spugna che serviva. Fossero stati presenti (e non lo erano) avrebbero certamente applaudito anche gli esponenti dell'altra metà del cielo azzurro, Claudio Scajola e tanti altri dirigenti ed eletti. La loro assenza passa in secondo piano tra nuove battute a raffica di un coordinatore regionale sempre più anchorman e i severi lamenti del suo vice, Eugenio Minasso, che ringhia contro chiunque vorrebbe stravolgere ulteriormente la scaletta. Così Augusto Minzolini, che assicura «impegno a nome dei liguri», fa capire di aver rispolverato il suo taccuino da cronista per annotarsi le prime cose che non vanno: «Sono tornato a Genova e ho ritrovato la stessa impalcatura su un ponte che avevo visto ai tempi del G8, magari in questa città un po' di rinnovamento serve - va sul concreto, prima di bacchettare anche il popolo ligure -. Se devo essere sincero, qui ho trovato troppo poco entusiasmo. Occorre cambiare». Il termine «paracadutati» non è un tabù, anzi viene ripetuto alla nausea quasi ad esorcizzarlo. E Roberto Cassinelli, che in caso di buona affermazione al Senato del Pdl potrebbe essere eletto accanto a Minzolini, ne esalta addirittura il ruolo, ricorrendo a similitudini più ardite degli stessi parà: «La vittoria nella seconda guerra mondiale è arrivata proprio grazie al lancio delle truppe paracadutate. Vediamo di vincere anche noi oggi con i paracadutati. Per quanto mi riguarda, in politica ho sempre fatto una vita da mediano, anche stavolta il mio compito è quello di recuperare più palloni possibili per le nostre punte». Gioco di squadra anche per Alessandro Gianmoena che presenta il proprio pedigree come quello di un imprenditore entrato in politica «al fianco di don Gianni Baget Bozzo». Anna Rosa Caruso e Lilli Lauro («Io, la più amata dai genovesi», visto il record di preferenze strappate in Comune) garantiscono le quote rosa insieme a Daniela Giaccardi.
Quando si passa al lungo elenco della Camera, Sandro Biasotti, unico ligure certo del posto, riprende il discorso sui foresti in lista: «Sapete cosa vi dico? Che sono contento di questi paracadutati che abbiamo in Liguria. Perché sono davvero vicini a Berlusconi e so di poter andare a bussare alla loro porta quando ci sarà bisogno di portare attenzione sulla Liguria. Mica come quelli dell'altra volta». Assist perfetto per Giorgio Lainati che così evita accuratamente di sfiorare concetti locali e spiega il proprio ruolo nella commissione di vigilanza sulla Rai, sulle riforme costituzionali, sui dibattiti tv, sull'Udc di Casini che è «il partito più mercenario che c'è». Dopo Minasso e Scandroglio, spazio ancora alle signore con Barbara De Stefani e Stefania Rulfi, orgogliose della proposta di candidatura ricevuta, così come Donatella Mascia che vuole mettere la propria professionalità al servizio del partito, o come Tiziana Notarnicola, «fresca di politica» ma subito pronta a parlare dei problemi delle famiglie. Sanno di non avere chance di elezione o quasi (Gino Garibaldi che è sesto in lista «ci spera pur non credendoci»), ma sono pronte a battersi. Così come gli altri colleghi maschi che le affiancano per completare la lista dei sedici.

Carlo Bagnasco, Paolo Asti, Luigi Castagnola, Luigi Bussalai, Fausto Benvenuto, Cristiano Za Garibaldi e Roberto Truffello vengono dai tanti comuni liguri, dove la politica si fa per servizio. Come questa volta, quando promettono di cercare voti porta a porta. Per il partito.

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