Case, dal 2006 compravendite dimezzate

(...) Ma, in compenso, i prezzi tengono: -3,5 per cento su base semestrale 2012-2011 a Genova. Questi i dati, calcolati sulla base delle quote di proprietà, sono riportati nello studio pubblicato dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, in collaborazione con l'Ufficio provinciale-Territorio di Genova, e confermano il trend pesantemente negativo registrato a livello nazionale per le abitazioni «compravendute» nella seconda metà del 2012. Stessa tendenza nel mercato regionale che, se confrontato con l'anno precedente, ha subìto una diminuzione degli scambi del 26,1 per cento, equivalente a 15.432 «transazioni normalizzate». Un dato sostanzialmente in linea con quello medio nazionale di settore (che è del -25,8 per cento).
In particolare, nel secondo semestre dello scorso anno, riferisce sempre l'Agenzia delle Entrate, le compravendite di unità immobiliari a destinazione abitativa sono state 7.260, di cui il 49,9 per cento ubicate nella provincia di Genova. Analizzando i dati dal 2004, solo a partire dal primo semestre 2006 si evidenzia un arretramento significativo del mercato residenziale abitativo ligure: rispetto al picco della serie storica, il mercato delle abitazioni nella regione ha perso circa la metà delle compravendite (corrispondente a -52,3 per cento).
Per quanto riguarda le quotazioni, se si analizza l'andamento dei prezzi nominali della abitazioni, si osserva ancora come la rilevante contrazione delle compravendite abbia comportato solo un lieve assestamento della quotazione media residenziale (-1,6 per cento), dopo un periodo di sostanziale stabilità delle quotazioni (dal primo semestre 2008). Questo segnale di flessione - fa notare ancora il rapporto dell'Agenzia delle Entrate - ha riguardato soprattutto il Comune di Genova (-3,5 per cento su base semestrale), in particolare la microarea urbana Bassa Val Bisagno (-5,4 per cento). I valori massimi delle quotazioni medie riferite al segmento residenziale sono distribuite nel levante cittadino dove il prezzo unitario più alto è stato rilevato a Boccadasse, 5.925 euro a metro quadrato; seguono la zona di Nervi, 5.919 euro a metro quadrato, e in successione Sant'Ilario (5.750 euro), e Albaro(5.081). I minimi sono stati osservati nelle alture, caratterizzate da poche transazioni, nei quartieri costruiti negli anni settanta e a Sampierdarena: Lavatrici, Cep di Prà e Biscione 1.215 euro a metro quadrato, Begato 1.350, Sampierdarena Buranello 1.388.
L'andamento delle quotazioni tra il secondo e il primo trimestre 2012 è stato negativo in ogni parte della città, sebbene con tassi decisamente più contenuti rispetto alla caduta dei volumi di compravendita. La perdita di valore dei prezzi unitari maggiore è stata monitorata a San Quirico, a Prà-Centro storico, a Struppa-Giro del Fullo, al Lagaccio, in via Canevari e a Prà-Palmaro, con valori del -6/7 per cento.
La crisi del mercato immobiliare - questa la constatazione finale dell'Agenzia delle Entrate - ha pertanto colpito la città di Genova con una marcata riduzione die volumi delle compravendite che è risultata meno pesante nella fascia collinare, ma comunque con contrazioni drastiche delle unità oggetto di transazione.

Per le quotazioni medie si sono osservate perdite decisamente più contenute, mentre l'intensità del mercato immobiliare si è mantenuta a livello comunale all'1,58 per cento. Infine, una curiosità: il centro storico è la parte della città dove gli effetti della crisi si sono sentiti di meno, infatti la riduzione delle compravendite è stata pari a -8,9 per cento.

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