Il Comune diminuisce l'Imu. Ma ai ricchi

«No» allo sconto sull'aliquota Imu per la prima casa dei genovesi. Neanche di mezzo punto millesimale. Se «Cayman» Renzi a Firenze e il «rivoluzionario» Pisapia a Milano lasciano la tassa allo 0.4, il marchese Doria va avanti tutta con la batosta e ieri ha confermato l'aumento allo 0.5 per mille. Inoltre, ha annunciato il «rischio» di un ulteriore taglio di 28 milioni di euro da parte del governo Monti per il 2013, con il conseguente possibile aumento delle gabelle per l'anno prossimo. Genova rimane quindi in testa alla classifica delle grandi città più tartassate e sprecone d'Italia dopo Torino (0.55) e insieme a Roma (0.5) e Napoli (0.5).
Non è tutto. Al termine della riunione di giunta di ieri, il sindaco e l'assessore al Bilancio Franco Miceli, hanno presentato delle «reazionarie» novità.

Invece di ridurre l'aliquota per gli immobili ad uso prima casa che non producono reddito, hanno ridotto di un punto millesimale quella per i beni che producono reddito ovvero per gli «immobili strumentali». Per i negozi e le sedi delle imprese artigianali, l'Imu diminuisce dal 10.6 al 9.6 per mille (...)

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