Dai banchi di questa scuola si sale direttamente a bordo

di Ferruccio Repetti

A certificare il successo, come per ogni programmazione che si rispetti, sono i risultati: tanti sono gli allievi diplomati - oltre un centinaio -, altrettanti quelli occupati al termine del biennio di istruzione superiore all'Accademia della Marina mercantile di Genova. Cento per cento di riscontro, una percentuale da Paese di Bengodi nell'ambito di un mercato del lavoro lacrime e sangue, in particolare, ma non solo, per quanto riguarda la fascia giovanile. Il segreto? «Ma che segreto! Solo obiettivi chiari, strategie conseguenti, programmi d'insegnamento aggiornati, e un pizzico di entusiasmo!» si schermisce Eugenio Massolo, che dell'Accademia, con l'allora presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, è stato il promotore ed è attualmente il presidente, il timoniere, il grande comunicatore (e qualcuno dice anche: il demiurgo). Lui, Massolo, è sul ponte di comando dal 2005, quando l'Accademia pareva al massimo una sfida, peggio: una scommessa azzardata. I principi: curare la formazione delle figure principali del trasporto marittimo e promuovere la ricerca e l'innovazione nel settore. La strategia: accogliere diplomati di istituto nautico e scuola media superiore (in questo caso, previa frequenza di un modulo di allineamento di 500 ore e un esame finale), mettendo a disposizione 7 corsi - gratuiti, alloggio compreso, viene fornita anche la divisa! - per allievi ufficiali di macchina e di navigazione. In totale, circa un migliaio di ore di istruzione, severità riconosciuta, frequenza obbligatoria (chi supera il 10 per cento delle assenze è fuori e non torna più). «Pretendiamo molto, ma cerchiamo di dare il massimo» sottolinea Massolo. E aggiunge: «A disposizione degli allievi nella sede di Villa Candida, in Albaro, ci sono aule e uffici funzionali, ma anche dotazioni tecnologiche all'avanguardia, laboratori, simulatori di manovra. E poi i giovani cominciano a guadagnare già nel corso della pratica prevista a bordo delle navi delle compagnie convenzionate, con un regolare contratto di lavoro e un primo ufficiale come tutor».
L'Accademia, trasformata nel 2007 in Fondazione Istituto Tecnico Superiore, è un fiore all'occhiello riconosciuto a livello internazionale, grazie anche alla perfetta integrazione e collaborazione con gli operatori del cluster marittimo: Autorità portuali, armatori, Rina, agenti, società cantieristiche. «È anche per questo, per il legame coordinato con il mondo delle professioni del comparto - ribadisce il presidente-timoniere - che tutti quelli che si diplomano qui trovano subito lavoro». Certo, il «mestiere del mare», mica si può scegliere solo perché garantisce il posto fisso. Ci vuole anche e soprattutto la passione. Come scriveva Vittorio G. Rossi, che un po' se ne intendeva: «L'uomo di mare non è un uomo come tutti gli altri, il mare gli toglie molte cose, ma quello che gli dà il mare, nessuno in terra glielo può dare».

Gli allievi dell'Accademia sono di questo stampo: sognano Joseph Conrad e i distripark, Giovanni Soldini e le portainer, Folco Quilici e il transhipment, il «raggio verde» e i milioni di teus. Sognano, perché no?, nebbie, tempeste e tramonti infuocati, magari a bordo di un «cargo» che viaggia sulle rotte del vento. Ma sognano anche un posto di lavoro. E puntualmente lo trovano.

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