(...) era dubbia - perchè deve essere trattata come quelle che hanno scialacquato fino a ieri? E lo stesso vale per l'eccellenza sanitaria lombarda: non è possibile trattare la Lombardia come la Calabria o la Sicilia, la loro sanità non è la stessa cosa, le loro spese sino ad oggi non sono state la stessa cosa e il trattamento per il futuro non può essere lo stesso.
Così, nel piccolo, la Liguria che fino a pochi anni fa faceva parte delle regioni maglia nera, ha fatto la formichina e non può essere equiparata ai cicaloni. È una questione di giustizia.
Dove però mi fermo, rispetto a ciò che dice il governatore, è sul fatto che tutti i tagli possibili siano stati fatti. E torno sul discorso dei piccoli ospedali, che mi sembra centrale nella storia ligure. Non è possibile che - anche solo per fermarci fino a pochi anni fa - fra Ponente e Valpocevera - storico e improsciugabile bacino elettorale della sinistra - si potessero contare, uno dopo l'altro, la Colletta di Arenzano, il San Carlo di Voltri (che ora ha anche assorbito l'Evangelico scippato a Castelletto), il Martinez di Pegli, l'Antero Micone di Sestri Ponente, il Villa Scassi di Sampierdarena e poi, salendo nella valle, il Celesia di Rivarolo, il Pastorino di Bolzaneto (il primo ad essere chiuso) e il Gallino di Pontedecimo? Per poi arrivare al Frugone di Busalla. E lo stesso discorso si potrebbe fare, quasi specularmente, per il Levante e in particolare per il Tigullio, storico bacino elettorale democristiano.
Come ho spiegato più volte su queste pagine - e come hanno spiegato negli anni esperti sanitari più titolati di me, ad esempio un galantuomo come il professor Spagliardi - un simile proliferare di ospedali non è sintomo di buona sanità. Anzi. Perchè chiunque di noi - anche e soprattutto quelli che manifestano per difendere l'ospedale sotto casa - se pensa di avere qualcosa di serio non va in quello, ma corre al Galliera o al San Martino (o, relativamente, ad alcune specialità al Villa Scassi o in uno degli altri, ma solo dove sa che ci sono gli specialisti validi).
Insomma, alcuni ospedali sono tali sono di nome. Ma, a tratti, si ha l'impressione che tutelino più la famiglia di chi ci lavora e dei capipopolo che li proteggono e fomentano le manifestazioni per mantenerli, piuttosto che la salute. E devo onestamente dire che, soprattutto fra i medici e anche fra i medici ospedalieri, questa posizione è ormai maggioritaria.
Diverso è il discorso per Busalla, che serve tutta la Valle Scrivia, ma potrei parlare anche dell'ospedale di Cairo Montenotte, punto di riferimento importantissimo per tutta la Valbormida.
Ecco, spiegato tutto questo, siamo proprio sicuri che gli ospedaletti cittadini sotto casa servano? Chi risponde di sì, poi però non vada a cercare il professorone nel mega-ospedale.
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