La Fondazione Ansaldo tra la memoria e il futuro

La Fondazione Ansaldo tra la memoria e il futuro

Memoria e futuro sono centri ideali della «Guida 2012» di Fondazione Ansaldo, che ha come presidente Luigi Giraldi.
Memoria. Nel 1853 nacque la società in accomandita semplice «Giò. Ansaldo & C.», orientata alla costruzione e riparazione di materiale ferroviario. Collaborarono a costituirla Giovanni Ansaldo, Raffaele Rubattino, Giacomo Filippo Penco, Carlo Bombrini, esponenti di punta dell'economia genovese. Anche lungimiranti benefattori della comunità genovese perché avviarono «un saper fare» che il livornese Caproni individuò come carattere principale della nostra città: «Genova d'uomini destri,/ Ansaldo, San Giorgio, Sestri».
Alla nascita la società impiegava 10mila dipendenti in sette stabilimenti; nel primo ventennio del Novecento, guidata da Ferdinando Maria Perrone e dai figli aveva 80mila addetti e decine di stabilimenti. Il capitale sociale negli anni della I Guerra mondiale crebbe da 30 a 500 milioni di lire. Poi, nel tardare della riconversione postbellica, si rese necessario l'intervento di un consorzio di salvataggio promosso dalla Banca d'Italia, con allontanamento dei Perrone e passaggio al controllo IRI. Nuove commesse belliche arrivarono con la II Guerra mondiale e una crescita da 22mila dipendenti a 35mila con Agostino Rocca come amministratore delegato. Nel '48 la gestione andò alla società finanziaria Finmeccanica; nel '66 le attività navali passarono all'Italcantieri di Trieste; negli anni Ottanta l'Ansaldo è il principale gruppo termoelettromeccanico italiano, nel '93 viene incorporata in Finmeccanica SpA.
Dal ricupero degli archivi aziendali questa in sintesi la storia narrata nella «Guida 2012» della Fondazione.
Per chi è appassionato esistono nove volumi di Storia dell'Ansaldo (Laterza) curati da Valerio Castronovo a partire dal '94 per il 140° anniversario; però cambiano i modi di apprendere e oggi si può farlo, a tutto campo, presso la sede della Fondazione in Villa Cattaneo dell'Olmo (vicino al convento benedettino di San Nicolò del Boschetto). Sono 1300m2 di laboratori, depositi, aule informatiche, auditorium, sale studi con sistemi di videoconferenza, masterizzatori DVD e CD, telecamere, schermi e monitor, lavagne interattive touch screen, moviole, ecc. Per una visita virtuale, il sito: www.fondazioneansaldo.it.
Futuro. L'Ansaldo è la lunga storia degli uomini che vi hanno lavorato e delle famiglie che li hanno sostenuti, una gran parte dei genovesi. Sarebbe stato far loro torto se la Fondazione si fosse impaniata nel ricordo, mentre si proietta verso il futuro. Cicerone diceva che gioia del vecchio è veder crescere alberi che ha piantato non per sé ma per figli e nipoti, così in un'azienda con il lavoro di tutti si sono piantati alberi: tecnologia, competenze, eccellenze.
Il futuro sta anche in attività avviate dalla Fondazione come ci ricorda lo Statuto (riportato a fine Guida). «Finalità», il secondo articolo, ha in programma: «Solidarietà sociale nei campi della promozione culturale e artistica, dei servizi culturali, dell'alta formazione manageriale e professionale».
La commissione scientifica, istituita allo scopo, ha avuto - punte di diamante - due ricerche: Lo Stato da gestore di grandi imprese a referente nel loro governo di Giangiacomo Nardozzi con quadro giuridico di Sergio Maria Carbone; Regioni e macroregioni nel cambiamento economico: il Nord Ovest italiano e l'Italia meridionale di Lorenzo Caselli, Marco Doria, Massimo Lo Cicero. Pubblicate da Fondazione Ansaldo Editore hanno avviato la collana Studi e Ricerche.
Quanto alla messa in pratica, la Fondazione ospita Corsi e Master di Finmeccanica e Società del Gruppo, dà supporto logistico-organizzativo per attività formative. Impegnata in master universitari per la sicurezza di trasporti e infrastrutture (tra i Diritti Umani il terzo, la Sicurezza, è oggi il più pressante), ha pure dedicato attenzione al nuovo di contesti produttivi e mercati. Fiore all'occhiello il «Master International Business Leadership» con stage all'estero per sviluppare competenze manageriali necessarie ai mercati internazionali.
Il Patrimonio di Archivi e Fondi.
«15 km di documenti societari, contabili e amministrativi» così è presentato, con efficacia visiva, il patrimonio della Fondazione, diventata cuore di raccolta per l'industria.
Oltre ai quattro Inventari pubblicati («Finmare», «Gerolamo Gaslini», «Francesco Manzitti», «Perrone»), nelle pagine dedicate ai «Fondi» è tutta una suggestione di rimandi a chi ha fatto la storia cittadina: Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, Borsa Valori di Genova, Costa (crociere), Dufour (azienda dolciaria), Finmare, Ilva, Finsider, Italsider... Ci esalta il ritrovare agganci in tutta Italia della cultura del saper fare partita da Genova, dal Fondo Patrone (cantieri navali di La Spezia e Livorno) al Fondo Italtrafo (produzione elettromeccanica a Napoli e Pomezia).
Nella Cineteca, a ricordarci che i film sono stati gran veicolo di conoscenza, troviamo il Fondo Elettra Film, società cinematografica attiva dal 1950 al 2005; nella Fototeca il «Laboratorio Fotografico Campostano» ha il Porticciolo di Nervi, nel 1901, come «prima foto».


Nel capitolo «Fonti orali», il paragrafo «Ragazze di fabbrica» ridà voce alle maestranze femminili nel ponente genovese, anni Trenta-Cinquanta: in 10 DVD sono quasi 8 ore.
Tanti ricordi e speranze in questa «Guida 2012»: da tenere in Biblioteca, ma anche da leggere e rileggere per capire la storia dei «padri» in Genova.

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