Sulle verdi colline che sovrastano Serravalle Scrivia, la crisi finora ha soltanto svolazzato avanti e indietro a pelo d'erba, senza intaccare la bellezza dello scenario. Villa La Bollina è uno dei simboli del Basso Alessandrino, edizione 2012: una tenuta in stile liberty circondata da un fazzolettone di natura abbastanza grande da unire nello stesso «recinto» un rinomato golf club da diciotto buche, una delle più famose aziende produttrici di bianco di Gavi e un lussuoso hotel pensato per congressi, ricevimenti e pernottamenti di facoltosi clienti di quell'Outlet della moda che da dodici anni rappresenta il carburante per l'economia della zona.
Dodici suite da favola, ospitate in una villa la cui storia parla genovese fin dalle origini: costruita per le vacanze dei marchesi Figari, dopo il tramonto della belle époque la Bollina ha conosciuto un periodo di decadenza, fino a venire riportata agli antichi splendori dall'azienda Berlucchi, il più importante produttore italiano di bollicine. Adesso però il cerchio genovese si chiude perfettamente. Il gruppo immobiliare Praga, che oltre ad avere costruito proprio l'Outlet è anche proprietario della Bollina, ha infatti affidato la gestione del superalbergo e del ristorante alla famiglia Belforte, notissima nel capoluogo ligure per la sua presenza nella sala comandi di numerosi punti di riferimento della Genova «in»: il Baretto di Corso Italia, lo Yacht Club, il circolo Tunnel e la locanda del Cigno Nero a Villa Serra. Un curriculum che giustifica la scelta di Giuseppe Roveda, amministratore delegato di Praga Holding, di pescare a Genova per trovare a chi affidare le chiavi della struttura. «Sono concentrato solo sul progetto della Bollina», rivela il general manager Christian Belforte nel primo giorno della nuova gestione. «Si tratta di una scommessa colta al volo con entusiasmo: portare in questa zona una serie di servizi che finora sono mancati o sono stati insufficienti: dal centro congressi per le aziende all'hotel di lusso, passando per un ristorante adatto a matrimoni, ricevimenti o pranzi di lavoro». La risalita da Genova al Basso Piemonte di un soggetto così attivo nel campo della ristorazione è un sintomo di come l'Alessandrino, o quantomeno una parte, sia ancora attraente per chi ha denaro da investire. D'altra parte Serravalle e dintorni sono soggette alla legge dell'Outlet, come ragiona il nuovo gestore dell'hotel La Bollina: «Una cittadella dello shopping come quella di Serravalle non può risentire della crisi come altre strutture. Anzi: crisi significa invenduto, e l'invenduto finisce all'Outlet». Dove i clienti non mancano mai, perché arrivano apposta anche con pullman e voli charter e, se abbastanza facoltosi, possono decidere di dormire alla Bollina, come testimoniano le prenotazioni che hanno già infittito il calendario: «Circa metà della nostra clientela è qui per l'Outlet. Di questa metà, il 40 per cento è di nazionalità russa». Altri pernottamenti sono dovuti alle attività del Golf Club e ai congressi delle aziende, principalmente piemontesi, che hanno deciso di affidarsi alla Bollina.
Diverse attività aiutate moltissimo dalla bellezza del luogo, ma anche da diversi accorgimenti, come spiega sempre Belforte: «Per i matrimoni offriamo lo spettacolo di fuochi d'artificio, in collaborazione con la Setti Fireworks di Genova; per quanto riguarda il ristorante abbiamo diversificato gli ambienti.
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