Guai a lasciarlo andare via

Sampdoria e Genoa che chiudono il girone d'andata al 6° posto (in realtà il 7°, tenuto conto che il Milan sta lampeggiando con 3 recuperi in canna), frutto di 25 punti raccolti in 19 partite, francamente stanno oltre le mie più ottimistiche speranze di inizio campionato. Il girone di ritorno si aprirà dunque all'insegna di un appassionante lungo derby della Lanterna - allargato a 5 con Palermo, Napoli e Atalanta - per questo 7° posto, appunto, che è il terzo ed ultimo disponibile per accedere alla coppa Uefa. Come va correttamente esaminata a priori l'intrigante prospettiva? A cuore caldo e cervello freddo. Forti della prova provata, intendo, di poter contare su due realtà consolidate, e al contempo con la cautela richiesta da un'attenta analisi della situazione.
Esempio numero uno. L'Atalanta «poteva» obiettivamente vincere a Marassi sia contro la Sampdoria sia contro il Genoa, «doveva» come minimo pareggiare con entrambi, ha perso rispettivamente per 3-0 e 2-1. Se limitassi il giudizio a quei 180' più recupero cui ho assistito, dovrei sentenziare che l'Atalanta è la squadra più sfigata del mondo. Ma si sa com'è il calcio: la ruota gira, e dunque - per dir di un concorrente - guai fidarsi dell'Atalanta da qui in poi.
Esempio numero due. Riguarda il Genoa. I 9 punti ultimamente sommati contro Parma, Lazio e Atalanta gli stanno francamente larghi, ma i 4 rimediati in precedenza contro Juve, Fiorentina, Inter, Palermo, Reggina, Roma, Torino, Siena ed Empoli gli andavano indiscutibilmente stretti. Risultato: i 13 punti globalmente raccolti nel gioco lungo delle 12 partite citate gli stanno a pennello.
Esempio numero tre. La Sampdoria, atleticamente rivitalizzata dalla sosta natalizia, diventa irresistibile al traino di un grande Cassano: e subito si ritrova operaia perdendo Cassano. Le cresce di colpo Volpi perché in sua squalifica si copre di gloria l'ottimo trio di mezzo Sammarco-Palombo-Franceschini: e subito perde per infortunio Sammarco. Trova un affidabile trio di difesa in Campagnaro-Gastaldello-Accardi: e subito perde per squalifica Campagnaro.
È il brutto e il bello del calcio, il suo appeal: l'imprevedibilità. Devi crederci sempre e fidarti mai.
Gasperini ha il diritto e anzi il dovere di andare dritto per la propria strada, ma con la critica non deve fare d'ogni erba un fascio: tanto per dire, finché è solo ad ammazzarsi di fatica nel teorico attacco «a tre» il generosissimo Borriello resta a bocca asciutta; quando arriva Figueroa a sollevarlo dall'asfissiante raddoppio di marcatura il grandissimo Marco trova finalmente spazio per gonfiare il sacco.


Mazzarri - giudiziosamente passato dall'ambizioso «3-4-3» al più cauto «3-5-2» - ha il diritto e anzi il dovere di schierare ogni volta la formazione che gli offre maggiori garanzie, ma guai se s'impunta, commettendo con Volpi il tragico errore che Novellino commise decretando l'ostracismo a Borriello! Dovendo giocare 5 delicatissime partite in 18 giorni (Roma in Coppitalia e Siena in campionato al Ferraris, Roma in Coppitalia e Lazio in campionato all'Olimpico, Napoli in campionato a Marassi), in quali condizioni arriverà la Sampdoria all'attesissimo derby del 17 febbraio? Dopodiché mancheranno la bellezza di 15 tappe al traguardo… Dopo i prestiti di Bastrini e Foti, dico a Marotta: Beppe, con Montella in bacino di carenaggio, Bonazzoli che arranca e l'aria che tira dalle parti della muscolatura di Cassano (e Bellucci è già diffidato…), pensaci bene prima di cedere Caracciolo. E semmai non andare oltre. Pazienza se nessuno arriva, ma almeno che nessuno parta.

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