Guardia Medica allo sfascio I dottori fanno pure gli autisti

(...) stilata in nome della «benedetta» spending review ha stabilito di cancellare alcune sedi di guardia medica. In particolare Rovegno, Torriglia e Bargagli saranno accorpate nell'unica sede di Torriglia, Serra Riccò sarà accorpata a Pontedecimo, Sant'Olcese con Rivarolo e Casella con Busalla. La delibera prevede inoltre la scomparsa del servizio di autista della Asl fornito ai medici di continuità assistenziale, una figura comunque in grado di intervenire in supporto del medico in situazioni di emergenza. «L'accorpamento di più poli montani in un unico polo, così come l'eliminazione del servizio di autista dai poli urbani espongono i cittadini al forte rischio di ritardi d'intervento e disservizi, con possibili gravi conseguenze - spiega Paola Berti, responsabile per la Fimmg, federazione dei medici di medicina generale del servizio di guardia medica - senza contare che, anche per legge, il lavoro del medico di continuità assistenziale è basato sulla tempistica dell'intervento, e dove essa venisse a mancare le conseguenze sarebbero serie per il paziente e per il medico stesso che ha ritardato nel prestare la propria opera. Il medico rischia anche penalmente per aver ritardato suo malgrado l'intervento».
La questione degli autisti, spiegano i medici, non è affatto secondaria. Infatti si tratta di dipendenti specializzati, che hanno fatto corsi di primo livello in rianimazione e che conoscono perfettamente il territorio frammentato in stradine che spesso non sono nemmeno segnalate dal navigatore satellitare. «Durante gli interventi notturni non possiamo nemmeno chiedere indicazioni ai passanti o ai negozianti - spiega Paola Berti - Inoltre nei casi in cui il paziente debba essere accompagnato in pronto soccorso sull'ambulanza, il medico non avrebbe possibilità di rientrare in sede autonomamente e dovrebbe essere riaccompagnato». Ma non è tutto. La presenza degli autisti che accompagnano i medici è essenziale nei caso di «Tso», trattamenti sanitari obbligatori, dove i pazienti sono molto agitati e potenzialmente pericolosi. «L'autista non è certo una guardia del corpo - continua la dottoressa Berti- ma è una presenza fondamentale nei casi di interventi domiciliari a rischio, le statistiche dicono che sono elevate le percentuali di aggressioni ai medici di guardia medica che sono per la maggior parte donne, e sono segnalati alcuni casi di omicidio». Ma non in tutte le sedi l'autista della Asl verrà tolto: a Voltri e Rivarolo resterà perché sono zone di cui si riconosce la pericolosità. «Un'evidente discriminazione», secondo i medici (che sperano ancora in un incontro con i vertici della Asl 3 che si svolgerà lunedì prossimo) «e non veritiera dato che la cronaca nera ci dice che tutti i quartieri ormai sono pericolosi». Ma i problemi dei medici passano anche in secondo piano rispetto a quelli dei malati che avranno bisogno della guardia medica. Con il risultato che ci saranno ancora più persone nelle sale d'aspetto dei pronto soccorso già intasati.

Ma in Liguria non è una novità, visto che è lo stesso Ministero della Salute a mettere la nostra regione, unica del centro Nord tra quelle meno virtuose dal punto di vista della prevenzione e per il numero eccessivo dei ricoveri ospedalieri. Situazioni già segnalate da tempo dagli addetti ai lavori, ma la furia dei tagli regionali a scapito di tutto e tutti non si ferma neanche davanti al buon senso.

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