L’inchiesta: indagato l’autista del pullman

L’inchiesta: indagato l’autista del pullman

Dopo le grida, la contestazione, l’incidente, i soccorsi, la paura, la rabbia, ora per Gabriele Amato c’è solo il silenzio e l’attesa in un letto di ospedale. Il tifoso genoano investito domenica sera all’esterno dello stadio dal pullman della Fiorentina è in condizioni gravissime nel reparto rianimazione del San Martino, dove ieri mattina i medici lo hanno sottoposto ad una nuova Tac che ha confermato, pur in un quadro clinico difficile a causa delle numerose fratture in tutto il corpo, l’assenza di lesioni interne. Negativo anche l’esame angiografico effettuato nella notte. I medici intanto stanno valutando se sottoporlo ad un intervento chirurgico per ridurre le fratture riportate nell’incidente. Intanto è stato indagato per il reato di lesioni colpose Cosimo Robertazzi, l’autista di 53enne del pullman. L’indagine della Procura di Genova è coordinata dal pm Marco Airoldi e condotta dai vigili urbani delle sezioni di Polizia giudiziaria e Infortunistica. Robertazzi ha riferito di non essersi accorto di avere investito un uomo. Nel momento in cui il pullman si allontanava dallo stadio era scortato dalla polizia e oggetto di una accesa contestazione da parte di circa 150 tifosi genoani.
Intanto al fianco di Gabriele si alternano i familiari, gli amici, anonimi tifosi, ma anche i vertici della società rossoblù. Era già stato in ospedale nella notte, insieme all’amministratore delegato Alessandro Zarbano, ma vi ha fatto ritorno anche ieri pomeriggio il direttore generale Fabrizio Preziosi. Emozionato, ha ribadito che «la società Genoa vuole esprimere la sua vicinanza al ragazzo ferito nella speranza che il quadro clinico possa progredire per il meglio». Quanto alla posizione della società, ha proseguito «è molto chiara. Il presidente ha cercato di stemperare gli animi al termine di una partita sportivamente molto accesa, presentandosi da solo in sala stampa, anche per evitare possibili dichiarazioni a caldo che avrebbero potuto alzare i toni». Fabrizio Preziosi ha ribadito che «anche visionando le immagini dell’incidente, non riesco a capacitarmi per quanto accaduto: si è trattato di una tragica fatalità, un tragico destino». Il dirigente rossoblù ha ringraziato anche la società Fiorentina con cui è rimasto in contatto sin da domenica sera. «Sia il presidente Della Valle che il direttore sportivo Corvino mi hanno telefonato e siamo in continuo contatto telefonico per seguire l’evolversi della situazione medica, con l’auspicio comune che le condizioni di Gabriele possano migliorare». «Ci tengo ad elogiare - ha concluso - il comportamento e la sportività della società Fiorentina».
«Sono profondamente addolorata - ha detto il sindaco Marta Vincenzi - e mi auguro che simili episodi non debbano verificarsi mai più». Le fa eco Leonardo Domenici, sindaco di Firenze, che ribadisce l’impegno a fare degli stadi, dentro e fuori, luoghi sicuri.
«Quello che è accaduto a Genova non c’entra col calcio, ma è stata solo una tragica fatalità» ha commentato il ct della Nazionale Marcello Lippi, mentre per il ministro della Difesa Ignazio La Russa l’episodio di Marassi dimostra che «ci vogliono norme precise per governare la società e il mondo del calcio, ma a monte serve un’opera di insegnamento e un’azione culturale».
Sul tragico incidente di domenica sera dice la sua anche il sindacato di polizia Silp-Cgil.

«Già due anni fa - spiega il segretario provinciale Roberto Traverso - abbiamo chiesto un intervento per individuare misure preventive all’esterno del Ferraris. Nessuno ha mai risposto: l’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive si è definito incompetente all’esterno dello stadio e il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica non si è mai pronunciato».

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