(...) giorni scorsi e anche in questa pagina, nelle vostre lettere e testimonianze, c'è moltissimo affetto. Soprattutto, c'è moltissima voglia di ricordare il proprio passato, gli anni più belli della nostra vita, la giovinezza, il nostro essere bambini. E la voglia di tornare ad esserlo, almeno nella corsa della memoria.
Insomma, non credo che la peretta rossa della Artsana (e prima ancora della Pic indolor) che si chiamava «Schizzetto» possa evocare per nessuno immagini poetiche. Eppure, se quell'aggeggino di plastica aiutasse qualcuno a ricordare anche solo per un secondo lo sguardo della propria mamma, penso che sarebbe un ottimo ricordo.
Soprattutto, dalle vostre lettere, emergono ricordi bellissimi e di settori molto diversi fra loro. Ma tutti ricchi di magia. Non perchè una «Lettera 22» fosse più bella dell'ultimo modello dell'I-pad - credo che nemmeno il più grande appassionato delle macchine da scrivere e dell'Olivetti possa sostenere questa tesi ardita -, ma perchè quella «Lettera 22» ci ricorda la nostra giovinezza. E, perchè no?, la nostra bellezza.
Ecco, quando un giornale (e questo Giornale in particolare, che ce l'ha nel Dna) riesce a buttar fuori un po' della Bellezza che c'è nei suoi lettori e in noi che lo scriviamo, credo che ottenga il più bello dei risultati possibili, il vero valore aggiunto del nostro lavoro. E se riesce anche a dare emozioni - e, posso testimoniare per quel che mi riguarda, a me ne sta dando moltissime - forse ha fatto davvero un piccolo miracolo, qualcosa che rende piacevole sporcarsi le dita di inchiostro (a proposito di I-pad e di diavolerie moderne).
Oggi, al momento di scegliere la fotografia con cui illustrare questo articolo, la scelta della cabina della Telecom che viene smantellata è stata quasi immediata. E l'abbiamo capita in modo particolare in queste vacanze, andando nei luoghi più sperduti e refrattari alle tacche dei cellulari, dove ancora qualche cabina c'è, spesso accompagnata dall'invito a scrivere alla Telecom per salvarla ed evitare lo smantellamento. Inevitabile pensare alle vecchie cabine, quelle gialle, ai gettoni, e a quei telefoni con il pulsantino rosso in fondo per recuperare i gettoni avanzati. Da bambino ho passato centinaia di cabine sperando di trovare un tesoro solo spingendo quel pulsante. E quel che mi resta non sono i gettoni, ma quel ricordo e il ricordo di quelle giornate. Ricordo dolcissimo che i miei bimbi non potranno avere, se non nei miei racconti. Potranno averne altri, ma quello lì, no.
Insomma, ricordare le cose perdute va molto oltre le cose. E serve a ricordare il nostro passato più bello. Può essere un esercizio molto utile per Genova che era (ed è) la città più bella del mondo. Ma da anni fanno di tutto per non farcene accorgere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.