Quarto in vendita, malati psichiatrici senza casa

Quarto in vendita, malati psichiatrici senza casa

Pazienti trattati come merce, scambiata per costruire appartamenti al posto dell’ex manicomio. Un’operazione che sta facendo montare una forte protesta in città che coinvolge diverse associazioni di familiari dei malati psichiatrici. All’origine di tutto un bando di gara pubblicato dalla Asl 3 per trovare strutture di accoglienza per ottanta ospiti attualmente all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto, vendute dalla Regione ad Arte nella cartolarizzazione necessaria a recuperare risorse per coprire il disavanzo dei conti della sanità ligure. Quella degli 80 pazienti che rischiano di essere sradicati dalla loro realtà per finire chissà dove; e quella delle loro famiglie che perderebbero un importante riferimento per i malati psichiatrici che nell’attuale sede trovano un punto d’eccellenza che abbina alla terapia medica anche un valido supporto logistico con attività che aiutano le persone ricoverate ad impegnarsi: «I nostri cari hanno ormai costruito una rete di rapporti umani tali che, se fossero snaturati da questo luogo, sarebbe come farli sprofondare in un baratro - spiegano alcuni familiari che hanno deciso di costituirsi in una rete associativa per far sentire all’unisono la propria voce -. C’è sofferenza, si tratta di individui molto sensibili che attorno a quella struttura hanno costruito la loro vita».
Le famiglie nell’aprile scorso avevano ottenuto un incontro con l’assessore regionale alla Salute Claudio Montaldo che aveva ribadito come necessaria l’operazione finanziaria a causa dei pesanti tagli governativi. Montaldo concesse alle associazioni solo la convocazione dell’osservatorio regionale della salute mentale (che non si riuniva da tre anni): «In questa conferenza medici specializzati hanno chiaramente detto che si tratta di un’operazione non fattibile con risorse insufficienti e una richiesta che cresce». Ma, almeno per ora, dalla Regione e dalla Asl 3, nessun tentativo di retromarcia e trasferimento dei pazienti che potrebbe partire dopo l’estate per terminare entro il mese di novembre.
I parenti degli ospiti delle Rsa «Casa Michelini» e «Il Cammino» insistono e insisteranno fino a quando non riusciranno ad ottenere ciò che chiedono, pronti ad azioni dimostrative ma soprattutto con il cuore in mano per un appello alla città: «È brutto doverlo dire, ma nella nostra situazione potrebbe trovarsi da un giorno all’altro qualsiasi famiglia genovese - spiegano -.

Alla nostra città va l’appello perché si schierino con noi e ci aiutino a salvare un ricovero che regala speranza a molti pazienti». Quelle persone che, senza un aiuto adeguato, rischiano di finire vittima delle proprie angosce distruggendo la propria vita e, spesso, quella delle persone dalle quali sono circondate.

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