Quinto, puzza di bugie al depuratore

In questi ultimi due anni, sulla «great stink» di Quinto, quasi a rievocare la «grande puzza» londinese della metà dell'800, è stato detto e scritto di tutto. Ma, nonostante tecnici e politici rassicurassero i cittadini, il depuratore continuava ad ammorbare l'aria. Come dimenticare, per esempio, fra interrogazioni in consiglio e proteste degli abitanti, gli interventi dell'ex assessore Carlo Senesi: «quello che si sente non è odore di fogna, ma di reagenti» oppure «diciamo basta ai cattivi odori. D'ora in poi i residenti possono stare tranquilli, respireranno aria d'arziglio di mare».
Il depuratore è costato circa 22 milioni e mezzo di euro e, soprattutto quando il vento è forte, riesce ancora oggi a far tappare il naso ai genovesi che transitano da via Fabrizi a via Ponte dell'Ammiraglio. In certi giorni la puzza arriva anche a Nervi e a Priaruggia.
Una problematica seguita sin dagli albori proprio dal Giornale che ha più volte denunciato la fuoriuscita di miasmi, incalzando le istituzioni perché risolvessero la situazione. Ora la palla, puzzolente, è passata a Valeria Garotta, assessore comunale all'Ambiente, che nella giornata di ieri, insieme a Gianpaolo Malatesta, in veste di presidente della commissione consiliare Sviluppo Economico, e ad altri consiglieri, ha voluto vedere, o meglio odorare, di persona la situazione del depuratore di Quinto, eseguendo un sopralluogo esterno ed interno alla struttura. Con caschetto giallo, guanti e tuta bianca (la mascherina l'ha liquidata con una battuta: «non ho la puzza sotto il naso») si è così addentrata nel depuratore per capire nel dettaglio il funzionamento.
A fare da guida Giovanni Gnocchi, direttore area gestione del servizio Mediterranea delle Acque, che ha ripercorso la storia del depuratore e ha spiegato il metodo di trattamento dei liquami. «Il depuratore è stato rinnovato ed è entrato in funzione nel marzo del 2010 - ha ricordato Gnocchi - va precisato che oltre ai liquami della zona vengono trattati anche quelli di Bogliasco e Pieve Ligure, a dimostrazione dell'efficienza della struttura. L'impianto può raccogliere fino a 14 mila metri cubi al giorno, è il più recente dell'area genovese e si profila all'avanguardia sul piano nazionale».
Sulla questione dei cattivi odori emessi all'esterno, ha ammesso che in passato, riferendosi soprattutto al 2010, si sono verificate delle problematiche, ma che adesso la situazione è sotto controllo. Il primo a sollevare qualche perplessità è stato il consigliere Gian Pastorino che, dopo aver odorato a pieni polmoni «l'aria lavata», ha esclamato: «Belin, adesso non c'è puzza, ma non è sempre così. Dai, ammettiamolo...».
A dare una spiegazione del perché dei miasmi, ci ha provato Roberto Milanesio, responsabile degli impianti di depurazione di Genova: «Sì è vero, nel 2010 e nel 2011 si sono registrati odori nauseanti, ma la situazione è stata risolta. I lavatori dovevano ancora entrare perfettamente a regime. Mi spiego: l'aria all'interno del depuratore viene aspirata e lavata, processo in cui intervengono anche i reagenti, e poi fatta uscire all'esterno. I lavatori non erano al top, essendo entrati in funzionamento da poco tempo, per questo potevano esserci delle fuoriuscite maleodoranti».
Sì, ma adesso perché i miasmi continuano? «L'unica spiegazione che posso dare - ha concluso Milanesio - è che i camion dei fanghi potrebbero rilasciare qualche odore non piacevole nell'aria. Ma non dipende dal depuratore». Duro l'intervento di Giacomo Piana, referente operativo del depuratore: «Questo è un impianto che in molte parti dell'Italia se lo sognano. È evidente che ci sono dei quotidiani che fomentano le persone, scrivendo che la puzza persiste. Magari ci sono degli interessi sotto..».
Insomma: gli odori nauseabondi che ancora oggi i cittadini percepiscono, per una buona parte della dirigenza che era presente al sopralluogo, non hanno alcun riscontro con la realtà. Di tutt'altro avviso l'assessore Garotta: «Dal 2010 ad oggi molto è stato fatto, ma gli odori fastidiosi si possono ancora percepire. Io abito in zona e posso confermarlo.

La situazione può essere ancora migliorata, negare che in certe condizioni temporali, come il forte vento, si sentano cattivi odori non è corretto. Tengo, però, a sottolineare che non è assolutamente un problema ambientale, l'acqua e l'aria rilasciate dall'impianto, dal punto di vista sanitario, sono in regola».

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