Bando a certi reiterati attestati di fiducia, rivelatisi controproducenti: Delio Rossi shakera ben bene la Samp, procede alle prime epurazioni e si affida alla vecchia guardia per non affondare. A Marassi (ore 20.45) arriva il lanciatissimo Catania, che strizza l'occhio all'ottava piazza finale e mira al sorpasso sull'Inter: squadra rognosa, ma non più di Lazio e Juve, i restanti ostacoli sul cammino di una tribolata salvezza. Ecco perché occorre vincere stavolta o, perlomeno, compiere quel passettino che, salvo cataclismi, garantirebbe la categoria. Nel segno della concretezza, spariscono dall'orizzonte Romero e Icardi, impresentabili, e avvicendati dall'affidabile Da Costa e da Sansone, attaccante veloce, con l'argento vivo addosso ed una felice propensione al tiro: partner efficace, sulla carta, per Eder, il più in forma della prima linea, con Maxi Lopez (il cui cartellino appartiene ancora al club etneo) che va nuovamente in panchina.
Ma la rivoluzione tocca anche gli altri reparti. In retroguardia torna capitan Gastaldello, pronto ad affiancarsi a Mustafi (tra le rare note gradevoli di questo finale di stagione) e, probabilmente, al navigato Castellini. Angelino Palombo, altro rientrante dopo una domenica in castigo, dovrebbe fare il centrocampista, mai svolto nell'era Rossi. Toccherà a lui non solo arginare le fantasiose folate rossazzurre ma anche dirigere la manovra e deresponsabilizzando un Obiang piuttosto stanco e opaco. Arbitra il barese Celi, col quale la Samp vanta un bilancio favorevole.
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