(...) delle imprese». Ma, secondo la ricostruzione dell'avvocato Vernazza, le cose non stanno così. Almeno per ora.
«Il procuratore generale propone, sarà il giudice a disporre. Tra l'altro, possiamo studiare una strategia difensiva. Mettendo in continuazione le condanne di Preziosi, sui fatti di Como e sulla partita col Venezia. Oppure impugnando l'accordo che aveva firmato l'avvocato Grassani con Figc e Coni e per cui venivamo affrancati da inibizioni sportive» dice il legale.
I fatti: Enrico Preziosi ha patteggiato un anno e 11 mesi per il fallimento del Como, quindi è stato condannato a 4 mesi per la frode sportiva col Venezia.
In totale, due anni e tre mesi e quindi spiega ancora Vernazza - «si sfora di tre mesi la sospensione condizionale». Da qui dunque il ricorso alle pene accessorie. «Verità parziale, comunque. La maggior parte della giurisprudenza dice di no. La cosa importante però è che noi sosterremo le nostre tesi in un'udienza alla corte d'appello».
Nota a margine: gli avvocati di Preziosi potrebbero comunque puntare su una pena di fatto già estinta per quella vicenda (furono ben cinque gli anni di squalifica a livello sportivo per il patron rossoblù, che poteva però andare in tribuna ma non negli spogliatoi, stavolta invece si profilerebbe un Daspo a tutti gli effetti), e magari potrebbero calcare il segno pure su quel documento di pace firmato con Coni e Figc in cui il Genoa rinunciava a costituirsi «parte civile» contro la federazione (la vecchia storia dei bigliettini al processo sportivo), impegnandosi economicamente a favore di progetti sociali e soprattutto ottenendo una sorta di amnistia, almeno su quella vicenda, rispetto a future «inibizioni sportive». Di certo non si parla né di carcere e multa, ma di pene accessorie da eseguire, almeno secondo la Procura generale.
Intanto il Genoa prosegue il ritiro a Bormio.
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