Ultim'ora
Corea del Sud, Parlamento destituisce il presidente Yoon
Ultim'ora
Corea del Sud, Parlamento destituisce il presidente Yoon

La società che «fa acqua», ma moltiplica i suoi fatturati

(...) E riuscire a conciliare architettura storica e produzione non è roba da poco. Anche perché la centrale Champagne 2 è alimentata dalle acque della Dora Baltea, intercettate dallo sbarramento sul fiume all'altezza di La Salle, qualche chilometro più in alto, verso Morgex e Courmayeur, e proseguono poi in un canale di undici chilometri fino alla «vasca di carico di Introd». Mica finita: una volta uscite dall'impianto, alimentano ancora la centrale di Aymavilles.
Eppure, la lezione di geografia valdostana non è la principale che esce dall'inaugurazione della centrale dell'altro giorno. Perché la vera lezione che arriva da questa centrale è tutta economica e, in particolare, deriva dalla partnership con CMQUE CWTW. Che non è, come potrebbe apparire a una prima distratta lettura, un sms di quelli che si mandano i nostri ragazzi per abbreviare le parole, una specie di dichiarazione d'amore elevata al quadrato, un codice fiscale del cuore idroelettrico d'Italia, ma il nome del partner cinese dell'impresa che ha lavorato con i genovesi di Mario Bianchi.
E proprio Mario Bianchi, con il suo nome da persona normale, è l'autore di un altro miracolo economico di quelli che vi stiamo raccontando in questi giorni: quando iniziò ad operare, negli ultimi mesi del 2008, WaterGenPower aveva due persone in organico e un fatturato di 4000 euro. Sì, quattromila, avete letto bene. Oggi, quattro anni dopo, siamo a 35 persone che lavorano a tempo pieno e a 14 milioni di euro di fatturato.
Insomma, una storia bellissima e perfetta per entrare nella nostra galleria di piccoli miracoli quotidiani, dell'Italia (della Liguria, della Genova) migliore, che vi stiamo raccontando in quest'estate. In cui «resistere, resistere, resistere» non è un proclama politico, ma una medaglietta sull'imprenditoria più vera, quella con il cuore e l'anima. Che, non mi stancherò mai di ripeterlo, è la spina dorsale del nostro Paese.
E proprio per questo, vale la pena, come ad ogni puntata, di fare il riassunto delle puntate precedenti. Perché sono storie che meritano di essere ricordate una, dieci, cento volte. Anche perché ho notato, con grandissimo piacere, che molti lettori non aspettavano altro che storie come queste per ricominciare a respirare, sia pure timidamente, l'aria dell'ottimismo che da troppo tempo i declinisti ci stanno rubando quotidianamente.
Detto in altre parole: la crisi c'è, si vede e si sente. E sarebbe irresponsabile negarla. Ma, allo stesso tempo, continuare a parlare solo di crisi non aiuta nessuno. E allora ricordiamo il miracolo di Ico Vivado e David Corsini - dioscuri della robotica, quasi figure epiche di una nuova epica del lavoro - che hanno fatto di Genova la capitale dei robot e che addirittura hanno migliorato i risultati di una multinazionale come Alcatel Lucent a Battipaglia. E il coraggio di Walter Pilloni nel riportare la produzione dei suoi motorini elettrici dalla Cina a Sestri Ponente. E la capacità di Carlo e Massimo Vaccari alla Filippa di Cairo Montenotte di trasformare una discarica in una specie di succursale della repubblica di Utopia. E la capacità di Francesco Perri di fare della Carena Costruzioni una delle aziende leader in Italia, partendo da un sogno familiare. E la scelta di Carestream Healt Italia, erede della Kodak nella fotografia biomedicale e nelle radiografie, di mettere una delle tre principali sedi mondiali al Porto Antico, qualcosa che dà speranza di futuro alla città.

Così come la vicenda di Fincantieri e di Giuseppe Bono, descritti come un carrozzone di Stato e ora appetiti dai fondi dell'emiro del Qatar (e ci sono ulteriori novità positive su cui torneremo nei prossimi giorni).
Il futuro entra in noi molto prima che accada, diceva Rainer Maria Rilke. Succede anche durante le crisi più dure. Basta volerlo vedere.
(7-continua)

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica