«Traviata» in scena in «versione ligure»

«Traviata» in scena in «versione ligure»

Una Traviata home-made. A partire dal podio, il più che celebre Fabio Luisi, sul palcoscenico del Carlo Felice abbiamo un cast nostrano, per lo meno riguardo alle parti principali: il soprano Mariella Devia nei panni di Violetta Valery, il tenore Francesco Meli nel ruolo di Alfredo, il baritono Roberto Servile in quello di Germont. Vediamo da vicino questa «Traviata», chiusura di cartellone lirico, in scena sabato (alle 20 e 30), repliche fino a venerdì 31: che capita, diciamolo, in un momento assai delicato, «di nervosismo», se usiamo le parole del sovrintendente Giovanni Pacor, tra malumori e ribollimenti sindacali. Ma incrociamo le dita. Traviata, opera di Verdi tra le più popolari, ambita dai cantanti, richiesta dalle platee, tra le più citate in romanzi e film: tratta da «Le Dame aux camélias» di Dumas figlio, fa parte della cosiddetta Trilogia Popolare verdiana, con «Rigoletto» e «Trovatore». «Arrivato alla maturità, leggo Traviata in maniera diversa rispetto all'esordio come direttore d'orchestra - sottolinea Luisi, casa “natia” nella riviera ligure, e direttore principale al Metropolitan di New York - Ne colgo i risvolti drammatici, apprezzo tutti quegli aspetti più profondi che a una prima lettura si nascondono dietro sentimentalismi e frivolezze. E poi ci trovo, immancabilmente, attualità».

Che Traviata vedremo? Una lettura tradizionale dal punto di vista scenico, tanto per non farsi nemici tra il pubblico, ma con largo spazio all'approfondimento psicologico dei personaggi. Regia Gaetano d'Espinosa, scene Rudy Sabounghi, costumi Jorge Jara, coreografia di Eugénie Andrin ripresa da Giovanni di Cicco.

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