Guarda (e ammira) le imbarcazioni, ma soprattutto, l'ex ministro Giulio Tremonti, ieri al Salone Nautico per partecipare alla tavola rotonda «La nautica e l'economia» organizzata dall'Ucina, si concede una serie di considerazioni sulla congiuntura nazionale e mondiale, abbondando nella quantità di sale, pepe e peperoncino. Innanzi tutto: «Ho sentito Bersani che diceva: La crisi è globale, però è colpa di qualcuno in Italia. Be', i nessi logici sono allentati. Se la crisi è globale - aggiunge Tremonti, che si sente chiamato in causa -, la colpa non può essere locale. La crisi è globale ed è gravissima, più grave di quella del '29. E per rispondere a Bersani ho trovato un buon avvocato: Mario Monti, il quale sul Corriere della Sera ha detto che per tre anni Tremonti ci ha tolto dal rischio di diventare come la Grecia». Del resto, a giudizio dell'ex responsabile dell'Economia nel governo Berlusconi, «nei tre anni in cui ho fatto il ministro lo spread era a 113, anche meno. Adesso mi pare che sia un po' più alto». Poi, un accenno di ottimismo, ma se si cambia metodo: «Penso che si possa tornare al livello di spread di prima - sottolinea Tremonti - cioè essere padroni a casa nostra, indipendenti. Troppo debito italiano è in mani estere. Siamo un Paese strano che importa debito ed esporta capitali».
Non basta: Tremonti è un fiume in piena e, tra lo sguardo a uno yacht e un altro agli stand più rappresentativi nel campo dell'abbigliamento e degli accessori (particolarmente ammirato quello della genovese Slam della genovese Carla Gardino nel padiglione centrale), affonda il coltello nel burro dei provvedimenti governativi: «Adesso siamo sotto attacco, è una guerra civile. Economica, ma pur sempre una guerra: la speculazione da una parte e la competizione dall'altra. Se vai all'estero, te lo dicono molto chiaramente: siete un Paese molto ricco, avete un enorme giacimento di risparmio, e la seconda manifattura d'Europa, eppure siete sotto schiaffo. Pensate che l'Italia in questi mesi sia diventata importante? Siamo saliti nella considerazione o nella preoccupazione? Pensate che il nuovo governo ci dia prestigio all'estero o invece garantisca che l'Italia sarà logorata in continuo? Io ho l'impressione che ci sia un po' questa posizione».
Ce n'è anche, ovviamente, per il ministro Elsa Fornero & C.: « Il contratto di lavoro non deve essere più verticale per settori, ma dimensionale, per dimensioni delle imprese, piccole, medie o giganti. Non si può più continuare con un contratto fuori dalla realtà economica». Inevitabile la scure sulle tasse: «Troppe tasse e troppa paura - spara Tremonti -, questi due elementi combinati provocano depressione.
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