Cronache

Troppi giochi rotti: la Città dei bambini delude i bambini

Mercoledì primo maggio. Le previsioni del tempo, incerte, non invogliano alle gite e così in tanti hanno l'idea di riscoprire un po' Genova, soprattutto quella da vivere in famiglia. Nulla di meglio che fare una puntata alla «Città dei Bambini», al Porto Antico, che, come recita il sito è «la più grande struttura in Italia dedicata a gioco, scienza e tecnologia, per bambini e ragazzi tra i 2 e i 12 anni d'età». Ma chi ha fatto questa scelta ha avuto un po' di delusione. Sì, perché erano diverse le postazioni che non funzionavano. Quella dei giochi d'acqua - una delle due disponibili nell'area dai tre ai cinque anni - era addirittura transennata perché «in ristrutturazione». Passi. Purtroppo però la visita prosegue con altri intoppi. Nella sala successiva, dove si trova l'area riservata ai bambini più grandi, la postazione di computer dove si può cercare il mostro nel labirinto è fuori uso. Ma ci si mette un po' a capirlo, perché nessun cartello avvisa del mancato funzionamento. E anche nell'area delle bolle, tra le acquisizioni più recenti, è inutile sforzarsi perché nella vasca che consente di «fare bolle tanto grandi che dentro ci sta una persona» manca il sapone. Il prezzo del biglietto per una famiglia tipo di 4 persone è di 24 euro (7 i bambini e 5 i genitori) e qualche genitore comincia a spazientirsi.
Nulla da eccepire per la tana delle formiche e le vasche delle tartarughe. Ma i bambini cercano il divertimento interattivo e vanno oltre fino ad arrivare allo studio televisivo. Qui non è chiaro come mai i pulsanti sulla consolle non facciano il proprio dovere e le riprese sembrino andare per conto loro. In effetti non essendo l'ora delle animazioni programmate non ci sono animatori in giro a cui chiedere, e una degli addetti, a cui domandiamo come mai non c'è nessuno a spiegare il funzionamento dei giochi in sala, risponde - certo con la massima cortesia - che «il bello è proprio la scoperta individuale delle singole attrazioni... se poi c'è bisogno ci chiamate».
Proseguiamo nell'area dedicata ai ragazzini dai 6 ai 12 anni, dove a farla da padrone è «Digiwall», la parete computerizzata da affrontare come veri scalatori, mettendo alla prova tutti i sensi. Non va così bene lo spazio «Gioco con la fisica», dove c'è un ingranaggio rotto che non consente di far scivolare la rotella per l'intero percorso. Infine, nella teca dove si simula l'effetto della pioggia «Ferma l'acqua» manca l'acqua. Basterebbe poco per rimediare a queste manchevolezze.

Come basta poco per togliere al pubblico la voglia di tornare.

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